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Bergamo al Tar per ostetricia: spiraglio anche per l’Oglio Po

Ricorso dei sindaci di Alta Val Seriana e Val di Scalve contro la chiusura di un punto nascite. Delibera regionale sospesa?

RICCARDO NEGRI
1 minuto di lettura

VICOMOSCANO (CR). I sindaci dell’Alta Val Seriana e della Val di Scalve hanno annunciato la volontà di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale contro la chiusura del punto nascite di Piario. L’iniziativa è stata condivisa da tutti i primi cittadini del territorio (ventiquattro Comuni della provincia di Bergamo): l’intenzione è di impugnare la delibera con cui la giunta regionale lombarda ha disposto la chiusura di quattro punti nascite che totalizzano meno di cinquecento parti l’anno. La stessa delibera, insomma, cui si deve l’annunciata chiusura del reparto di ostetricia dell’ospedale Oglio Po.

I termini della questione sono noti. Il Ministero della salute ha da tempo indicato la soglia minima di cinquecento parti l’anno: al di sotto, il punto nascite non potrebbe garantire la sicurezza di mamme e bambini, in quanto il personale rischierebbe di non essere abituato ad affrontare eventuali emergenze. Nel 2016, la Regione chiese al Governo di poter tenere aperto il punto nascite di Vicomoscano, in deroga alla normativa. La richiesta è rimasta lettera morta.

Diversi sindaci, comitati e forze politiche del territorio accusano, peraltro, la Regione e l’Azienda socio-sanitaria cremonese di non avere concretizzato tutte le iniziative, promesse contestualmente alla richiesta di deroga, per potenziare il reparto e rilanciare il numero delle nascite. L’area viadanese-casalasca (che potenzialmente conta ottocento parti l’anno) non vede di buon occhio la chiusura del punto nascite Oglio Po: molte mamme dovranno partorire a Mantova o a Cremona (un’ora di auto da Viadana) oppure rivolgersi a strutture fuori regione.

Sono le stesse preoccupazioni delle famiglie della Val Seriana. E come nel viadanese-casalasco, anche nella provincia di Bergamo si sono costituiti comitati e indette manifestazioni per dire no alla chiusura. Il ricorso dei sindaci della Val Seriana (ancora da protocollare) potrebbe indurre il Tar innanzitutto a sospendere la delibera regionale, in attesa di decidere nel merito. In tale ipotesi, ne beneficerebbe pure il punto nascite Oglio Po, cui si garantirebbe qualche mese ancora di sopravvivenza. Alcuni sindaci dell’area ipotizzano di sostenere l’iniziativa bergamasca, ricorrendo “ad adiuvandum”. Altri, invece, temono che non sussistano le basi giuridiche per vincere il ricorso.
 

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