Fondi Lega, Fava fuori dal coro: «Un errore la guerra ai giudici»
L’ex assessore regionale: Salvini ha ragione, ma le sue prime reazioni sono state esagerate. Poi l’attacco: «Non si usi questa storia per cancellare il partito e i valori nordisti»
Nicola CorradiniMANTOVA. «La sentenza sui 49 milioni è abnorme, come lo è stata la vicenda giudiziaria. Non ci sono precedenti, nei Paesi democratici, per il sequestro di tutti i soldi di un partito. Ritengo che la posizione espressa da Salvini sia corretta nel merito. Però...». C’è spesso un “però” quando Gianni Fava, unico esponente di minoranza all’interno del consiglio federale della Lega, esprime un parere sul segretario, nonché vice premier, Matteo Salvini.
Sulla vicenda della sentenza con cui il Tribunale del riesame ha sequestrato i fondi del partito, Fava premette che la giudica «abnorme» e, come ogni militante leghista (per di più con incarichi dirigenziali nazionali) si trova sulle stessa posizione del leader. Ma subito dopo arrivano i distinguo.
«In un Paese civile non ci sono precedenti - dice - soprattutto nei confronti di un partito che in questo momento ha responsabilità di governo,. Però mi sembra che le prime reazioni di Salvini (che ieri ha corretto il tiro, ndr) siano state esagerate. Fare guerra alla magistratura in Italia porta male. E non ha senso, perché la magistratura applica delle leggi. Ora, se ci sono i numeri in Parlamento per governare, gli stessi numeri ci sono per modificare le leggi sbagliate».
Insomma, è il ragionamento di Fava, di fronte a questa situazione prendersela con i giudici è una mossa sbagliata. Ma c’è di più.
Fava, come noto, rappresenta l’opposizione interna a Salvini. È stato il suo avversario nella battaglia congressuale per la segretaria. Battaglia persa, ma lui, ex assessore regionale all’agricoltura, viadanese, è rimasto sulle sue posizioni. «Se queste critiche ai giudici fossero solo un pretesto per liquidare la Lega e trasformarla in altro - dice Fava - io non sono d’accordo. È da tre anni che assistiamo nel partito a questo tentativo di cancellare il nostro passato (che per me e molti altri è anche il presente) e i nostri ideali nordisti. Se qualcuno vuole un partito diverso, lasci la Lega e se ne faccia uno nuovo. E lasci la Lega Nord a chi ancora crede nei suoi valori. Io, ovviamente, sono tra questi. Resto iscritto alla Lega Nord e non ho interessi per altre forze politiche».
Ormai Fava è un fiume in piena. «Ho ricevuto le telefonate di molti militanti in questi giorni - racconta - persone che non vogliono rinunciare alla Lega Nord. Un partito si chiude quando l’ultimo iscritto non rinnova la tessera o quando lo decide un congresso. Guardi, se qualcuno vuole fare un altro partito lasci la Lega Nord a noi, la vogliamo con i suoi ideali, i suoi problemi e anche i suoi contenziosi. La giustizia si chiede in un tribunale, nel rispetto delle istituzioni di un Paese che non amiamo, certo, ma che non vogliamo di certo oltraggiare».
Dopo la mancata candidatura alle elezioni regionali, Fava è tornato a occuparsi della sua azienda. Ma segue ancora la politica locale? Come valuta il centrodestra attuale? «Credo che tra Lega e M5S ci sia un asse anche a livello locale e regionale - dice - Non mi sembra che vi sia, oggi, un forte legame con il centrodestra. Se poi è vera l’indiscrezione che parla dell’ipotesi di riproporre Nicola Sodano come candidato sindaco... beh, mi vien da dire che sarebbe il miglior regalo fatto a Mattia Palazzi».
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