L’Adici al Pirellone: «Capi contraffatti dannosi alla salute»
Nuova audizione in Regione dell’associazione del distretto della calza e dell’intimo. E presto i consiglieri verranno in visita nel Mantovano
L.C.CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Si è parlato di contraffazione e di rischi per la salute, ieri al Pirellone. Era in programma una nuova audizione di Adici, Associazione distretto calza e intimo, dopo quella di fine luglio. E stavolta, oltre ai consiglieri regionali della Commissione Attività produttive, c’erano anche quelli della Commissione Sanità. Già, perché, ed è la tesi cardine del pressing istituzionale dell’associazione, combattere la produzione e la vendita di capi contraffatti non è solo un modo di aiutare le aziende del made in Italy, ma anche proteggere la salute dei consumatori.
Preziosa è stata la divulgazione dei dati dell’associazione Tessile e Salute, tratti dal Rapporto Chemical substances in textile products and allergic reactions, fatto realizzare nel 2012 dalla Commissione europea. In sintesi: il 7-8% delle patologie dermatologiche a livello nazionale sono dovute all’utilizzato di articoli con sostanze pericolose; nel 100% dei casi si tratta di abiti d’importazione; le patologie dermatologiche e allergiche stanno diventando una pandemia.
Dunque, che fare? Intanto agire a livello europeo, perché il regolamento Reach non assicura affatto parità di condizioni tra produttori tessili e calzaturieri europei, gravati da vincoli e costi, e quelli del resto del mondo, che ne sono esenti. E poi c’è la questione dei controlli. Ed è qui che, dice Adici, la Regione può fare qualcosa, «diventando un esempio pilota in Italia». « La Regione – dice Alessandro Gallesi, presidente Adici – ha ambiti grandi per operare, dispone di un’azienda come l’Arpa che ha tutte le competenze necessarie. Poi ci sono Camere di commercio e polizie locali, ma la Regione deve farsi cabina di regia».
Entro fine ottobre i consiglieri delle due commissioni verranno direttamente nel Mantovano per una visita nel distretto della calza.
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