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L’oro del Pescatore: un cappello speciale per i leader lombardi della Guida Espresso

Sono sette i locali che meritano 5 cappelli, c’è Bottura. A quota uno anche 5 mantovani: entra La Chiusa di Asola

Luca Ghirardini
2 minuti di lettura

MANTOVA. La nuova guida ai ristoranti d’Italia de L’Espresso è stata presentata l'1 ottobre a Firenze, nel teatro del Maggio Musicale. Ancora una volta, tra i ristoranti della Lombardia, al posto numero 1 viene piazzato Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio. Al locale della famiglia Santini, così come lo scorso anno, è stato infatti assegnato il “cappello d’oro” che indica “i nuovi classici”: sono ristoranti da anni e anni al vertice, che mantengono sempre un’alta qualità della cucina.

I locali con il cappello d’oro vengono inseriti sempre prima di quelli che, invece, ricevono una valutazione in cappelli “normali”, da uno a 5 (da poco, infatti, sono state abolite le valutazioni numeriche). All’atto pratico, “un cappello” dovrebbe equivalere a una stella Michelin.

La novità di quest’anno è la “fusione” delle guide di Ristoranti e Vini in un solo volume, con la segnalazione delle migliori etichette messe sul mercato nell’anno precedente.

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Al vertice della guida, con la valutazione massima di 5 cappelli, troviamo sette ristoranti: Lido 84 di Gardone Riviera e St. Hubertus di Badia si aggiungono a Casadonna Reale di Castel di Sangro, Le Calandre di Rubano, Osteria Francescana di Modena (del modenese di origini mantovane Massimo Bottura, al quale è andato anche il premio per il “pranzo dell’anno”), Piazza Duomo di Alba, Uliassi di Senigallia. Il Lido 84 di Riccardo Camanini è uno dei nuovi ingressi nell’olimpo della ristorazione italiana. Tra i cappelli d’oro, invece, si inserisce Romano di Viareggio.

E gli altri mantovani? L’anno scorso c’erano quattro locali con un cappello, quest’anno diventano 5, con l’ingresso de La Chiusa di Asola, ristorante prevalentemente di pesce che vede in cucina il vulcanico Umberto Ravenoldi. Conferme arrivano per Il Cigno-Trattoria dei Martini di Mantova con Tano e Alessandra Martini, Ambasciata di Quistello con i fratelli Romano e Carlo Tamani, Osteria da Pietro di Castiglione delle Stiviere con Giampietro e Fabiana Ferri e Hostaria del Teatro, sempre di Castiglione delle Stiviere, di Claudio ed Elena Truzzi.

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Numerosi altri i ristoranti mantovani inseriti nella guida. Ad Asola compare il Gran Caffè Liberty, dove Gino e Greta propongono soprattutto pesce in un ambiente gradevolissimo; a Castel d’Ario la Trattoria Stazione, con il simbolo del salvadanaio e la sua carta dei vini essenzialmente naturali; a Curtatone la Locanda delle Grazie, sempre col salvadanaio, con la squisita ospitalità di Daniela e Fernando Aldeghieri; a Mantova l’Aquila Nigra, storico locale di Giorgio e Vera Bini, sempre di ottima qualità; sempre in città, il Finis Terrae, ultimo approdo della fantasia di Chiara Rizzi.

E, ancora, lo Scalco Grasso, dove Vanni Righi ha creato uno dei locali più gettonati dai mantovani; a Suzzara, la novità della cucina mantovana-asiatica di Mangiare Bere Uomo Donna. Infine, citazione in guida anche per altri quattro ristoranti di città: Antica Osteria Fragoletta, Canossa, Carlo Govi e La Cucina. Tra i mantovani operanti fuori provincia, si distingue Paola Secchi, del Ristorante Perbellini di Isola Rizza, che ottiene due cappelli.

Ai confini della provincia, buone recensioni per la Trattoria dell’Alba di Piadena e Caffè La Crepa di Isola Dovarese. 

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