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«La nostra fiaba non c’è più»: Belforte piange la piccola Vittoria

Il parroco: «Preparavamo la recita, lei era la protagonista». L’amico di famiglia: «La figlia che tutti vorrebbero avere»

Sabrina Pinardi
2 minuti di lettura

GAZZUOLO (Belforte). Aveva un sogno e tanto talento. E per quel sogno, Vittoria Baruffi, la quattordicenne morta venerdì mattina sul lungolago, lavorava sodo, con tutta l’energia di una ragazzina che amava la vita. Voleva diventare attrice, e già calcava un piccolo palcoscenico: quello dell’oratorio, lì a Belforte, la frazione di Gazzuolo in cui viveva con il papà Manuel, la mamma Roberta e la sorella Carlotta, liceale dell’ultimo anno, che venerdì, al suono dell’ultima campanella, l’aspettava fuori da scuola per tornare a casa in macchina insieme. Le due ragazze erano molto unite: condividevano anche la cameretta nuova, nella villa di famiglia a qualche centinaio di metri dal centro del paese, ieri mattina grigio e deserto.

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Vittoria si dedicava alla sua passione (frequentava i corsi di Ars creazione e spettacolo, a Mantova) ma non tralasciava lo studio, nel quale eccelleva. «Era la figlia che tutti vorrebbero avere» racconta Alberto Vicini, l’amico fraterno di Manuel Baruffi che, da venerdì, non lascia soli per un attimo i familiari di Vittoria, straziati dal dolore. Alberto è sconvolto, ma si fa forza. «Vittoria diceva sempre che, prima o poi, avrebbero scritto di lei sui giornali. E questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ce la troviamo in prima pagina. Ancora non ci credo, mi sembra di vivere un incubo. Non doveva andare così. Voleva salire le scale di un teatro importante, invece ha salito quelle del cielo». Studio, famiglia, recitazione e volontariato: trovava la forza per tutto. E stava bene, non si era mai sentita male prima: «L’unico problema che poteva avere – va avanti l’amico con un filo di voce – era la vivacità di una ragazzina che voleva vivere. Era sempre disponibile per tutti, sia quando si trattava di organizzare le feste in paese, sia in oratorio».

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In parrocchia, faceva l’educatrice e animatrice estiva al Grest. «Era sempre sorridente, i bambini la adoravano» racconta Mara, una giovane mamma. Oltre a questo, però, faceva parte del gruppo dei ragazzi che animavano costantemente le attività dell’oratorio. «Proprio un bel gruppo» spiega con orgoglio don Marco Tizzi, il parroco, che per la quattordicenne ha soltanto parole d’affetto: «Scrivetene bene, aggiungete tutti gli aggettivi positivi che avete e così non sbagliate. Era sempre disponibile con tutti e non l’ho mai sentita vantarsi di qualcosa».

Bella da togliere il respiro e ricca di talento, eppure umile. Un po’ come Cenerentola, la protagonista della fiaba di Perrault che Vittoria avrebbe interpretato nel prossimo musical. «Due settimane fa – racconta don Marco – i ragazzi hanno cominciato le prove del musical del nostro gruppo dell’oratorio. Vittoria recitava, cantava, ballava. Cenerentola sarebbe stata lei». E sarebbe stata perfetta. Non lo è la vita, che ha spento i suoi sogni. I funerali saranno celebrati, molto probabilmente, mercoledì. Martedì mattina l’autopsia.

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