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Cittadinanza onoraria ad Archi: la minoranza esce dall’aula

Dibattito in consiglio comunale per il riconoscimento all’ex dirigente scolastico. Il sindaco: «Ha trasformato la nostra scuola». Sgarbossa: «È un neofascista»

Lino Fontana
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CASTELBELFORTE. «Il prossimo 3 novembre celebreremo la festa del 4 Novembre con una folta rappresentanza delle scuole locali. Nell’occasione, a Roberto Archi competerà l’onore di intervenire da oratore per il centenario dalla fine della Grande Guerra e in tale sede provvederò alla consegna ufficiale del certificato di cittadinanza onoraria. Non conosco l’ideologia politica di Archi e francamente neppure mi interessa».

Con questo annuncio, il sindaco di Castelbelforte Massimiliano Gazzani conferma la sua decisione di concedere la cittadinanza onoraria a Roberto Archi. E questo nonostante le proteste delle opposizioni. L’argomento è stato discusso a lungo, ma in modo pacato, nel consiglio di ieri sera (26 ottobre).

Prima del suo lungo intervento, Gazzani ha premesso che non si sarebbe mai aspettato un clamore mediatico così forte: «Non penavo che potesse essere strumentalizzata una cittadinanza onoraria». Archi, secondo l’amministrazione comunale, ha contribuito a rendere più moderno l’istituto comprensivo al quale fanno capo le scuole del paese: «Ci ha lasciato una scuola all’avanguardia, per cui mi sembra il minimo, nonché doveroso riconoscergli un’attestazione di benemerito per il lavoro svolto con la cittadinanza onoraria. Né io né i mie colleghi amministratori abbiamo mai posto pregiudizi sull’appartenenza politica dei personaggi e delle autorità pubbliche che ospitiamo o promuoviamo».

Di tutt’altra opinione, invece, la minoranza con il consigliere Fabrizio Sgarbossa. Assente il capogruppo Enrico Graziati. «L’essere un buon funzionario e un buon servitore delle istituzioni non è un attributo sufficiente per un simile onore - ha dichiarato Sgarbossa - perché manca il carattere dell’eccezionalità».

Sgarbossa ha ricordato l’episodio della partecipazione al concorso indetto dall’associazione Piccola Caprera: «La figura di Archi, sebbene nulla gli si possa appuntare sul piano professionale, si è inscindibilmente legata alla manifestazione esplicita di posizioni politiche qualificabili genericamente come neofasciste. Il problema nasce quando nella sua veste istituzionale si prende la libertà di trasmettere elaborati dei suoi studenti a una commissione espressione di un’associazione dichiaratamente neofascista. Questo è il suo peccato imperdonabile». «Un intervento disgustoso» ha chiosato il sindaco, attaccando duramente Sgarbossa.

Nel momento in cui l’assemblea è stata chiamata a votere il provvedimento, la minoranza è uscita. Mantovanelli è rimasto in aula, ma si è astenuto».

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