In calo le richieste d’aiuto alla Caritas, tra gli italiani in difficoltà i 50enni
Diminuiscono le famiglie da meno di 300 euro al mese. Mentre aumentano le domande dai nuclei da mille euro
Barbara RodellaMANTOVA. Diminuiscono le richieste di aiuto da parte di persone con difficoltà economiche nel Mantovano. Nel 2017 sono state 4.588 le situazioni affrontate dalla Caritas, che corrispondono all’incirca a 15.500 persone. Questo equivale a un 7% in meno di casi rispetto al 2016. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Diocesi di Mantova. Ad analizzare i dati, Silvia Canuti, direttore Caritas e Davide Boldrini, responsabile dell’Osservatorio. Il rapporto annuale sulle attività dei centri Caritas per il contrasto delle povertà si basa sugli elementi raccolti dai centri di ascolto delle associazioni Agàpe, Marta Tana, San Lorenzo, San Benedetto, centro aiuto alla vita, parrocchia di Castel Goffredo e parrocchia del Frassino, che offrono un quadro di tutto il Mantovano.
IL CALO
«Dal 2014, anno in cui abbiamo seguito circa 6mila casi, le situazioni prese in carico sono andate a diminuire – spiega Boldrini – Il 2017, rispetto all’anno precedente, ha visto una diminuzione degli italiani del 9% e degli stranieri del 5%. Il calo che si osserva si collega a una diminuzione di situazioni già in carico da qualche anno». Delle 4.588 situazioni seguite da Caritas, 3.488 riguardano stranieri e 1.140 italiani.
LE ETA'
Gli italiani che chiedono aiuto sono per lo più persone sole, il 25%, di età compresa tra i 50-54 anni il cui inserimento nel mercato del lavoro a causa proprio dell’età risulta difficoltoso e famiglie che a causa della crisi si trovano da poco tempo in condizioni di difficoltà. L’età media degli stranieri oscilla invece tra i 30 e i 44 anni. Per quanto riguarda il titolo di studio, gli italiani hanno frequentato elementari o medie. Gli stranieri che provengono da Paesi in via di sviluppo non hanno titoli scolastici, mentre quelli da Paesi dell’est hanno diploma o laurea.
GLI STRANIERI
Dal 2013 gli stranieri nella nostra provincia continuano a diminuire passando da oltre 54mila e meno di 52mila. Chi frequenta maggiormente i centri di ascolto proviene dal Marocco (36,6%) e a seguire dal Ghana, Nigeria, Tunisia, Ucraina, Georgia, Romania, Albania, India e Brasile. Il 56,9% è in possesso di un valido titolo di soggiorno, un numero in calo considerato che nel 2016 la percentuale era del 60%.
LE FAMIGLIE
E sul fronte economico? Diminuiscono del 2,3% le famiglie indigenti con un reddito inferiore a 300 euro al mese. Aumentano, +1,52%, invece quelle che superano i mille euro al mese. Il 51,6% di chi si appoggia alla Caritas ha una fascia di reddito inferiore ai 300 euro (nel 2016 era il 53,9%), mentre il 22,9% supera i 900 euro (l’anno prima il 20,7%).
LE CASE
Se osserviamo la situazione abitativa, nel 47% dei casi, chi si appoggia ai centri di ascolto ha un punto di accoglienza provvisorio, mentre una persona su quattro non ha una casa. Lo sfratto riguarda il 10% delle situazioni e un’abitazione inadeguata l’8%. Prende poi sempre più piede il coabitare con persone esterne alla propria famiglia, una tendenza abbracciata per lo più dagli stranieri che riguarda 571 nuclei.
I PROBLEMI
Un reddito inadeguato per i propri bisogni, il lavoro e la casa sono le questioni che preoccupano chi si rivolge alla Caritas. I problemi legati all’istruzione e alla salute riguardano poi in special modo gli stranieri. Salute, problemi famigliari, detenzione e dipendenze sono le questioni che toccano invece gli italiani. Economicamente i punti di ascolto hanno poi aiutato 162 famiglie con un budget di 94.441 euro.
I commenti dei lettori