Minacce e molestie al telefono per difendere la moglie
A processo un sessantenne convinto che la coniuge fosse maltrattata sul posto di lavoro. Disturbati più volte al giorno i colleghi della donna
Giancarlo OlianiSerravalle a Po. Procurato allarme, minacce e molestie. Con queste accuse è finito a processo un sessantenne di Serravalle a Po. Si tratta di una serie di episodi che si sono verificati a partire dall’agosto di due anni fa e che si sono trascinati fino a tempi recenti.
L’uomo, particolarmente legato alla moglie che lavora alle dipendenze di un ente, è convinto che la maltrattino.
Da qui il lungo elenco di comportamenti penalmente perseguibili, per i quali è stato più volte denunciato. A partire da un procurato allarme consistito nel chiamare il 112 per manifestare la sua intenzione di uccidersi a causa di un carabiniere. «Mi ammazzo, non è uno scherzo. Mi ammazzo». La telefonata effettuata nell’ottobre del 2016 aveva messo in allarme la centrale operativa del comando provinciale dell’Arma di Mantova, che aveva inviato una pattuglia sul posto.
Fermato per un controllo dai militari di Roncoferraro era stato trovato in possesso e senza giustificato motivo di una roncola di piccole dimensioni. In un’altra occasione era arrivato a minacciare sia il figlio che la madre di un male ingiusto e, impugnando un coltello da cucina, li aveva intimiditi al punto da costringerli a rinchiudersi in casa terrorizzati.
E poi ci sono le molestie telefoniche. Più di una volta ha molestato il personale della struttura, di cui la moglie è dipendente, sia sul posto di lavoro che a casa. E questo a qualsiasi ora del giorno, restando sempre anonimo, ma facendo quasi sempre riferimento a sua moglie, convinto che non dovesse più lavorare per quell’ente perché maltrattata.
La prima udienza si sarebbe dovuta tenere ieri mattina ma il processo è stato rinviato all’anno prossimo per l’astensione degli avvocati.
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