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Seimila euro in cambio di notizie sulle indagini: patteggia il faccendiere

L’imprenditore sott’inchiesta vuole corrompere il finanziere Fezzardi accetta di fare da tramite: tre anni di reclusione

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ASOLA. Ha patteggiato tre anni di carcere il faccendiere asolano Luciano Fezzardi, rimasto coinvolto nei mesi scorsi in una vicenda di corruzione di un pubblico ufficiale. L’accusa mossa dal magistrato nei suoi confronti era quella di avere fatto da tramite tra il corrotto e il corruttore, ovvero tra l’imprenditore bresciano Angelo Scaroni, finito sott’inchiesta per una presunta truffa legata alla gestione dei profughi, e il militare della Guardia di Finanza Paolo Stranera, 54 anni, maresciallo. . L’inchiesta su Scaroni risale a svariati mesi fa. Gestendo diversi centri di accoglienza dei profughi, ma senza fornire ai richiedenti asilo i servizi che era tenuto a fornire a fronte dei contributi incassati dallo Stato, Scaroni sarebbe riuscito ad accumulare in modo illecito circa 900mila euro. Ma dalla notizia dell’avvio delle indagini Scaroni non aveva più avuto notizie dell’inchiesta a suo carico. Così ha cercato di sapere qualcosa di più ricorrendo a mezzi illeciti, ovvero tentando di corrompere un finanziere. E per fare questo chiamo in causa Fezzardi, che aveva gli agganci giusti per ottenere la soffiata. Fezzardi si prestò al gioco. Per il finanziere corrotto c’erano due assegni per un importo totale di seimila euro che sono stati subito sequestrati perché considerati la prova della corruzione. La stessa Guardia di Finanza scopre tutto e nei primi giorni di settembre si arriva agli arresti delle tre persone coinvolte. Scaroni e il maresciallo Stranera restano tuttora in carcere dopo che il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di scarcerazione, mentre Fezzardi è riuscito a farsi accordare gli arresti domiciliari.

Anche Scaroni e Stranera ieri hanno patteggiato la pena: quattro anni di reclusione per Stranera, tre anni e quattro mesi per Scaroni.

Nel corso degli interrogatori che erano seguiti agli arresti, Fezzardi aveva vuotato il sacco ammettendo di avere facilitato l’incontro e la trattativa tra corrotto e corruttore.Insomma, quanto riferito da Fezzardi aveva confermato in pieno quelli che erano i sospetti dei magistrati. —

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