Corneliani e l’addio di Roviera, i sindacati chiedono garanzie
Cgil, Cisl e Uil: «Ci auguriamo che venga mantenuta la centralità dell’azienda». I sindacalisti sorpresi dal cambio sperano nel rispetto del contratto aziendale
Barbara RodellaMANTOVA. Mantova deve restare al centro del progetto industriale di Corneliani. A parlare sono Cgil, Cisl e Uil dopo l’annuncio del cambio della guardia in Corneliani con l’addio dell’amministratore delegato Paolo Roviera e l’arrivo di Luigi Ferrando.
«Prendiamo atto della decisione dell’azienda – commenta Adolfo Feudatari di Cisl – si tratta di un cambio della guardia abbastanza improvviso. Mi auguro che l’azienda mantenga il rapporto di collaborazione con le organizzazioni sindacali partendo dal contratto aziendale firmato pochi mesi fa incentrato sul concetto di mantovanità. Ossia valorizzazione dello stabilimento con investimenti, garanzia di permanenza del sito e delle circa 450 persone che ci lavorano e rilancio del marchio a livello internazionale. Non abbiamo timori per i lavoratori, il marchio è forte, ma vogliamo garanzie sul mantenimento degli impegni presi dall’azienda. Non mi aspettavo questa decisione. C’è stato un incontro in Confindustria pochi giorni fa e a illustrare le strategie future c’era Roviera. Non conosco il nuovo amministratore delegato, con la vecchia dirigenza abbiamo lavorato bene. È con Roviera che abbiamo portato a casa il contratto aziendale. Con lui abbiamo collaborato creando qualcosa di importante. Chiederemo l’incontro col nuovo amministratore delegato per presentarci e conoscerci. Ci aspettiamo che dal 2019 vengano realizzate politiche di investimenti per rilanciare un marchio storico e strategico per l’economia mantovana».
«Centralità dell’azienda Corneliani nel territorio, ricerca di nuovi mercati come quello americano, produzione di qualità, vendite che guardano all’e-commerce e ritorno a fiere come Pitti. Sono le direzioni prese dall’azienda con Roviera col contratto aziendale – dice Ferdinando Colleoni di Cgil – mi auguro che il nuovo amministratore mantenga gli impegni. Per confezionare capi di alta moda l’azienda non può spostare la produzione altrove ma deve puntare, con investimenti, sulla struttura di Mantova. Sul fronte lavoratori non abbiamo sentito parlare di tagli o esuberi».
«Bisogna capire cosa comporterà questo avvicendamento dal punto di vista delle scelte strategiche – commenta Giovanni Pelizzoni di Uil – con Roviera l’azienda aveva messo le basi per un piano industriale in cui Mantova era al centro del gruppo. Questo ci dava una certa tranquillità. Ora è abbastanza prematuro parlare del futuro. Confidiamo che la linea di indirizzo venga confermata dalla nuova dirigenza. Quando avremo modo di incontrare il nuovo amministratore chiederemo rassicurazioni sul piano industriale. Timori? I cambiamenti portano sempre delle perplessità e dubbi ma prima di fare previsioni dobbiamo aspettare di conoscere il numero uno dell’azienda e capire se intende proseguire con la linea precedente. A noi interessa sapere se il sito di Mantova continuerà ad essere centrale per la produzione. Con Roviera c’era un buon rispetto. I momenti di tensione ci sono stati ma in generale il dialogo è stato sereno. Un cambio ai vertici in Corneliani non me lo aspettavo. Ma le grandi aziende spesso cambiano la dirigenza e questo succede quando l’obiettivo prefissato non viene raggiunto o quando decidono di cambiare strategia».
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