Corsa contro il tempo per i debiti dell'Agricar di Curtatone
Non ancora saldata l’ultima tranche del concordato della storica concessionaria, ma manca l’intesa fra due soci. Il 6 dicembre Cda decisivo
Francesco RomaniCURTATONE. Dipendenti Agricar preoccupati in attesa del Cda dell’azienda convocato questa mattina. Sul tavolo la necessità di ripianare il debito di quasi 21 milioni, ultima tranche del concordato preventivo in continuità aziendale alla quale la ditta era stata ammessa nel 2014. Allora il debito nei confronti dei creditori era stato chiuso a 74 milioni e mezzo. Nel tempo, la restituzione di quanto stabilito dal piano concordatario è avvenuta senza problemi, ma recentemente qualcosa sembra essersi inceppato. L’ultima rata della restituzione non è ancora stata pagata. E la scadenza è fissata alla fine del mese.
Su cosa stia ostacolando il saldo, che dovrebbe mettere la parola fine alla situazione di sbilancio economico che si che si era verificato dopo il 2010, non c’è certezza. Fonti vicine all’azienda bresciana e che sono state riportate dal Giornale di Brescia parlano di possibili conflitti all’interno della compagine societaria.
Agricar Diesel è oggi un piccolo colosso nel mondo delle concessionarie auto. La società è concessionaria ufficiale Mercedes a Brescia, Piacenza e Mantova e provincia. Occupa circa 170 dipendenti, la metà dei quali nella sede principale di Brescia e gli altri distribuiti ad Artogne, nel Bresciano, a Piacenza ed a Curtatone. Qui lavorano 24 dipendenti assunti oltre ai venditori.
Nata come concessionaria industriale (caratteristica che ha mantenuto nel nome Agricar diesel), nel tempo si è espansa nel settore dell’auto. Il gruppo è controllato al 55,98% dalla società Mariarosa e al restante 44,02% dalla Project immobiliare. Entrambe le società fanno capo alla famiglia Cremonesi e rispettivamente a Francesca, socio di maggioranza, e lo zio Gaspare, in posizione di minoranza.
Il motivo del mancato pagamento starebbe in una diversa visione aziendale espressione dei due rami della famiglia che punterebbero a diverse impostazioni, valorizzando di più il settore auto, oppure mantenendo anche la connotazione legata ai veicoli industriali. Inoltre, ci sarebbero due offerte di investitori pronti ad entrare nel capitale sociale e consentire di saldare il debito entro la fine dell’anno. Offerte sulle quali non c’è ancora l’ok.
Da sottolineare che negli anni, il gruppo Agricar ha comunque risalito la china giungendo a far segnare un fatturato 2017 attorno ai 153 milioni. Se non si troverà l’intesa nel Cda previsto per oggi, c’è il rischio che la tensione nella proprietà porti a vanificare lo sforzo di risanamento condotto negli ultimi 4 anni. Alla finestra, con timore, i dipendenti. «Abbiamo chiesto un incontro urgente - spiega Alfredo Papa della Fiom Cgil -. Ci auguriamo che tutto finisca per il meglio, ma non possiamo nascondere che i dipendenti sono preoccupati».
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