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La segretaria lo vede e chiama i carabinieri

La donna era scesa per firmare una raccomandata: «Quando l’ho sorpreso infilare le scale ho avuto paura»

D.M.
2 minuti di lettura

SERMIDE E FELONICA. È successo tutto in un attimo. Un colpo d’occhio, mentre reggeva la cartellina del postino con la raccomandata da firmare. Ha visto che, di soppiatto, Denis Sbravati infilava la porta del condominio e di corsa saliva le scale per raggiungere il primo piano, lo studio dell’avvocato Menghini. Non ci ha pensato un attimo, Katia, la segretaria e la convivente del professionista: è corsa dai carabinieri e ha dato l’allarme, intuendo che poteva accadere qualcosa di grave. «Non sapevo cosa stava succedendo, non immaginavo niente del genere, ma avevamo già denunciato Denis; tutte le volte che veniva qui in studio ci minacciava, voleva che l’avvocato tornasse ad essere il suo legale, non si rassegnava. Era violento e aggressivo. Ho avuto paura e sono corsa dai carabinieri».. La corsa in caserma e poi di nuovo in via Sauro per vedere cosa fosse successo. Ma i carabinieri non le hanno permesso di salire. Sono andati loro. Le gocce di sangue sui gradini e sul pianerottolo sono state il segnale d’allarme.

Avvisata dai carabinieri, Katia è corsa nel poliambulatorio accanto allo studio legale, dove lavora anche il cognato di Menghini, il dottor Marco Cranchi, marito della minore delle due sorelle del professionista. E lui si è precipitato in studio per capire cosa fosse successo: «Luciano era coperto di sangue, era cosciente ma faticava a parlare perché aveva un trauma al torace... c’era una sedia rotta per terra, forse era stata usata per colpirlo. Non c’era tempo da perdere». Infatti è partita subito la chiamata al 118 e poco dopo sono arrivati elicottero e ambulanza.

«Non ho nemmeno potuto vedere Luciano se non quando è uscito in barella, non so cosa sia accaduto in quello studio. Ma ho avuto paura quando ho visto Denis sgusciare dentro lo stabile» racconta ancora sconvolta Katia. «Non ho nemmeno capito come abbia fatto Sbravati ad entrare e uscire così rapidamente».

Nessun altro, a parte la segretaria, pare si sia accorto dell’uomo che si intrufolava nel condominio, proprio accanto alla farmacia Fornasa e raggiungeva il primo piano. «Eravamo tutti impegnati, io ero appena uscita - racconta la titolare della farmacia - Non ci siamo accorti di niente, se non quando sono arrivati i carabinieri e i soccorsi». «Io vivo al quarto piano - interviene una signora, scesa in strada, richiamata dai lampeggianti - perché non avevo capito. Quando mi hanno detto cos’era successo, non sono rimasta sorpresa. Quel ragazzo l’ho visto tante volte venire nello studio dell’avvocato: urlava, era violento, voleva anche che il legale gli trovasse un lavoro». «Un personaggio poco raccomandabile, ne ha fatte di tutti i colori - passano le opinioni di bocca in bocca, nel capannello di passanti che si è formato davanti al condominio». «So che aveva anche picchiato la sua ex ragazza» racconta una donna del paese.

«Deve essere successo tutto in pochi minuti, io ero appena entrata in casa e non ho sentito nulla, nemmeno grida o richieste di aiuto» aggiunge la dirimpettaia dello studio legale. 
 

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