Mantova, esposto contro Apam: «Continua ad applicare il contratto sbagliato»
Dopo i 200 verbali l’Usb sollecita di nuovo l’Ispettorato. Agli autisti riconosciuto un credito di 200mila euro
Igor CipollinaMANTOVA. Potrebbero moltiplicarsi i 200 verbali dell’Ispettorato del lavoro, che ha riconosciuto ad altrettanti autisti Apam il diritto a pretendere dall’azienda 200mila euro. Diritto ribadito dal Comitato interregionale per i rapporti di lavoro. A riproporre la questione con un esposto è la federazione provinciale dell’Unione sindacale di base, che ora sollecita un nuovo intervento dell’Ispettorato: le diffide coprono cinque anni di guida, dal 2013 fino al marzo 2017, ma, nonostante le sanzioni, Apam ha tirato dritto e continua a sbagliare. Così secondo Usb.
La materia è la mancata retribuzione dei tempi accessori nelle tratte extraurbane superiori ai 50 chilometri, con un disallineamento tra due leggi: la 138 del 1958 e l’altra del 2007, che recepisce il regolamento comunitario in materia ed è applicata da Apam a partire dal 2013.
In altre parole, secondo l’Ispettorato del lavoro male ha fatto l’azienda ha cambiare riferimento normativo, e adesso deve restituire agli autisti i soldi sforbiciati. Messa all’angolo, Apam da mesi ripete che si è limitata ad applicare le norme comunitarie, come fanno tutte le altre aziende di trasporto pubblico italiane. Al punto che della questione ha investito l’associazione nazionale di categoria Asstra.
Al punto da proporre ai sindacati una sorta di patto per uscire dalle «sabbie mobili» (l’espressione è dell’amministratore delegato Claudio Garatti), l’avvio di alcune cause pilota davanti al giudice del lavoro in modo da avere una sentenza che confermi lo sbaglio di Apam o, al contrario, la assolva. Sentenza che in quanto tale varrebbe per tutte le aziende di trasporto pubblico, e non soltanto per Apam, altrimenti svantaggiata nelle prossime gare d’appalto dal punto di vista dell’offerta economica.
Proposta d’accordo, quella dell’azienda, che adesso naufraga contro l’esposto di Usb, che ha anche attivato una procedura coatta per la riscossione dei crediti già accertati: un gruppo di lavoratori, assistiti dal legale del sindacato, ha depositato i relativi atti di precetto con i quali si intima ad Apam il pagamento. E adesso? Dall’azienda fanno sapere che dell’esposto non sono a conoscenza, ma la circostanza non cambia le cose perché, fino a quando non ci sarà un giudice che chiarisca la questione, Apam continuerà a ritenere di essere nel giusto. E, intanto, si opporrà agli atti di precetto.
Ma anziché sbrogliarsi la vicenda minaccia di aggrovigliarsi ancora di più: nello stesso esposto, l’Usb chiede all’Ispettorato territoriale del lavoro di accertare anche se ci siano state violazioni delle norme di legge o del contratto che limitano il ricorso gli straordinari.
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