Il paradosso del caffè Sociale a Mantova, prescrizione doppia: senza tavolini 3 mesi e via un ombrellone
La Sovrintendenza impone entrambe le soluzioni proposte dal gestore Marco Gialdi. Lui: «Erano alternative». Per l’azienda oltre 5mila euro di spese
Monica VivianiMANTOVA. Doveva essere la soluzione che avrebbe messo d’accordo tutti: gestore dell’antico Caffè Sociale appena riaperto, Sovrintendenza e una città che ha visto intere generazioni crescere tra quei tavolini a cui non vuole proprio rinunciare. Ma non è andata così. Stando a quanto si legge nel parere definitivo delle Belle Arti , se Marco Gialdi vorrà mantenere il plateatico in piazza Cavallotti dovrà attenersi a una serie di prescrizioni che si limita a definire «molto limitanti». E il paradosso è che si tratta di soluzioni da lui stesso proposte alla Sovrintendenza ma «in alternativa l’una all’altra - spiega - e invece mi viene chiesto di metterle in atto entrambe». Vale a dire: via l’ombrellone centrale, meno tavolini e più lontani dalle colonne, riduzione delle fioriere, ma anche rimozione di tutti gli arredi per tre mesi da dicembre a febbraio. «Mi chiedo se si sono posti il problema di quanto mi verrà a costare»: il conto a spanne supera già i cinque mila euro.
La prima bocciatura
È il 15 novembre scorso quando la Sovrintendenza rigetta la richiesta di autorizzazione per l’installazione di tavoli, sedie, ombrelloni e fioriere all’esterno del caffè Sociale in quanto «il posizionamento di elementi di arredo - si legge nella bocciatura - determina un’ostruzione visiva, ovvero impedisce la percezione unitaria dell’architettura neoclassica del teatro Sociale». In sostanza viene messa in discussione l’esistenza stessa di un plateatico peraltro storico.
Le due proposte
Dopo la levata di scudi in città in difesa dei tavolini, la Sovrintendenza si dice disposta a valutare una diversa distribuzione. Gialdi si affida a un architetto e propone due soluzioni alternative. Che significa: o l’una o l’altra. Soluzione 1: spazio antistante il teatro libero a dicembre, gennaio e febbraio, eliminazione fioriere a sud lasciandone solo alcune sul lato di corso Umberto, riduzione di tavolini e posti a sedere e loro allontanamento dal colonnato. Soluzione 2 : propone la rimozione dell’ombrellone centrale al posto della rinuncia al plateatico per tre mesi, per il resto è identica alla 1.
L’ok con paradosso
È del 20 dicembre mattina la notifica del parere finale con cui il sovrintendente «autorizza l’esecuzione delle opere come da soluzione 2» con una prescrizione però: «Si chiede di lasciare lo spazio antistante libero da qualsivoglia elemento di arredo nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio». Gialdi ha dovuto rileggere l’atto un paio di volte per essere sicuro di aver capito bene: «Mi aspettavo che scegliessero una delle proposte, non entrambe». « ma quanto mi costa?» Tremila euro di permesso per 3 mesi di plateatico non utilizzato, 2mila euro di ombrellone, altri 2mila di fioriere, il trasloco di tutti gli arredi da dicembre a febbraio, la consulenza per il nuovo studio: «Ero disponibile a delle rinunce, ma così è troppo». Il caso per ora resta aperto.
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