MANTOVA. L’anno che verrà per il sindaco Mattia Palazzi sarà nel solco dei tre precedenti: impegnarsi per non fermare la corsa della locomotiva Mantova. Nel 2019, annuncia, arriveranno più di 220 nuovi posti di lavoro e le linee guida del nuovo Piano di governo del territorio, mentre già guarda al 2020 e alla sua ricandidatura.
Sindaco, il Natale le porta bene. L’anno scorso la richiesta della Procura (accolta) di archiviazione dell’accusa di molestie sessuali, quest’anno quella per abuso d’ufficio. Nel 2019 può ripartire più leggero...
«Ciò che mi porta bene è essere una persona onesta. E non aver mai smesso di lavorare un momento per la città»
Nel 2018 è stata impostata la soluzione di problemi che erano sul tappeto da anni come l’area dell’ex palasport di Porta Cerese, piazzale Mondadori e il magone di Fiera Catena. Su cosa punta nel 2019?
«Innanzitutto non era scontato, sono tutte partite che per quasi due decenni nessuno ha provato a risolvere. Nel caso di Esselunga c’è un fattore strategico in più, per noi centrale: gli anni ‘90 sono stati quelli dei servizi portati all’esterno della città. I nostri sono gli anni dei servizi e dell’attrattività del centro, dalla cultura agli investimenti di riqualificazione come Pradella. Questo indirizzo sarà anche una delle linee guida del nuovo Pgt. Le approveremo in giunta entro gennaio».
Cosa conterranno?
«Avranno come direttrice la ricucitura del territorio, zero consumo di nuovo suolo, rigenerazione delle periferie, soprattutto a nord, la rimozione di alcuni vincoli che frenano gli investimenti introducendo una maggiore flessibilità nella trasformazione del costruito, anche in aree del centro che hanno bisogno di trasformarsi per favorire l’insediamento di attività nel consolidato urbano. E poi resilienza e adattamento climatico individuando nuove aree nelle quali impiantare foreste urbane. Il 2019 sarà ancora un anno di opere pubbliche, grandi e piccole. Sarà soprattutto l’anno nel quale, dopo una vita, partirà la realizzazione di 140 posti auto nel nuovo parcheggio a due piani su lungolago Gonzaga e altri 100, gratuiti, al campo canoa. In totale 240 posti auto per il centro e il commercio. E sarà l’anno nel quale, dopo secoli, tutti potranno salire sulla Torre della Gabbia».
Il prossimo sarà l’ultimo anno pieno del suo mandato. Dove sarà l’accelerazione per presentarsi al meglio nel 2020 quando tenterà la rielezione?
«In questi tre anni e mezzo non abbiamo smesso un solo minuto di accelerare. Oltre 300 cantieri, 70 milioni di investimenti, di cui 62 portati da fuori, senza un solo euro in più dalle tasse dei mantovani. Due nuovi corsi di laurea quando prima si perdevano. Crescita turistica del 20% di media rispetto al 2015. La città cresce e da due anni siamo primi negli investimenti che determinano l’ecosistema urbano. Ma ciò che più mi rende felice è che le nostre scelte, da Valdaro a Esselunga, producono oltre 220 nuovi posti di lavoro che proprio nel 2019 si concretizzano. Il 2019 sarà quindi l’anno nel quale tanto del lavoro fatto in questi tre anni si toccherà con mano. Mi presento al 2020 dimostrando che ciò che ho detto ho fatto, che significa essere credibile nel dire cosa faremo nei prossimi cinque anni. Una bella differenza, che travalica destra e sinistra e parla a chiunque voglia bene alla città e non vuole che si torni al passato. Abbiamo dimostrato entusiasmo, generosità e dinamismo, siamo e saremo sempre una cosa diversa e opposta dalla politica dei soliti notabili e di chi fa politica con odio e invidia. Io sento il dovere di proteggere il percorso iniziato tre anni fa: se vince il rancore e l’invidia nessun giovane e persona senza interessi particolari, proverà più a occuparsi della città, per paura di essere costantemente massacrato. Mantova non tornerà indietro».
Mantova Hub per lei è la scommessa sul futuro. Scuola e palestra sono già impostate, mentre il centro ricerche sulle piante è ancora al palo. Un impegno troppo grande per andare avanti?
«Mantova Hub cambierà il volto di un’area della città lasciata a se stessa da sempre e genererà nuovi servizi, come l’ostello, e posti di lavoro. Il centro ricerche si farà, come si sta facendo tutto quello che abbiamo detto. Stiamo studiando la veste giuridica. È un progetto complesso, ma ci crediamo perché portare la ricerca nella nostra città è un pezzo del futuro di Mantova. Vedrete che entro il 2019 partirà anche il centro ricerche».
Il Comune unico della Grande Mantova. Lei ha detto che è favorevole e che voterà sì al referendum. Se dovesse passare nei 5 Comuni lei rischierebbe di doversi dimettere in anticipo per far posto al commissario...
«I proponenti del referendum hanno questo obiettivo, lo hanno capito anche i sassi. Ma non cambio idea per questo. Dopodiché sperare di avere un anno di commissario alla guida del Comune è da folli, significherebbe bloccare tutto. Ma nessuno in Regione è così irresponsabile da fare ciò che loro vorrebbero. Detto ciò dobbiamo tutti insieme convincere la Regione a varare un piano straordinario di investimenti sulla Grande Mantova. Infrastrutture, trasporto pubblico, edilizia sociale, area di crisi non complessa per il polo industriale. Questi sono i motivi per un progetto ambizioso, non avere 2 milioni in più dallo Stato che nemmeno basterebbero per riorganizzare tutto su sei Comuni».
Come si schiererà al prossimo congresso del Pd dopo la rinuncia di Minniti che lei aveva detto di appoggiare?
«Deciderò nei prossimi giorni chi sostenere, ma per me è fondamentale tornare a porsi il tema della crescita, del lavoro, degli investimenti e delle infrastrutture. Questo governo sta facendo del male soprattutto al nord e se si ferma il nord si ferma il Paese. Quindi, sosterrò chi ritiene che l’Italia del futuro non si crea dando soldi per non lavorare, ma aiutando chi crea lavoro ad assumere. La mia giunta ha messo un milione ogni anno in più sul welfare, per aiutare chi è più in difficoltà, ma al tempo stesso ha varato la prima misura a Mantova per favorire l’assunzione locale di giovani: 20 ragazzi sono stati assunti con i nostri incentivi. La politica che, attraverso il reddito di cittadinanza, vuole creare dipendenza dai sussidi è pericolosa».
Qual è lo stato di salute del Pd cittadino anche in vista della sua ricandidatura?
«Il Pd di città il 4 dicembre 2017 ha preso 10 punti in più della media nazionale e questo perché quattro anni fa, dalle primarie in poi, ha saputo aprire una pagina nuova senza personalismi e costanti litigi. Per il 2020 auspico che il Pd porti ancora gente nuova e sappia rappresentare per questa città il baricentro del governo responsabile».
E il Piano urbano della mobilità sostenibile?
«Sarà approvato entro due mesi, anche se diverse misure, vedi le ciclabili realizzate, le abbiamo già adottate».
A che punto è lo studio di Rfi sullo spostamento della linea ferroviaria Mantova-Monselice promesso in sei mesi dal marzo scorso?
«Sullo studio di Rfi tornerò alla carica. È comprensibile ci sia stato ritardo da Rfi con i tanti balletti del governo sulle opere ferroviarie in questi mesi».
Per le categorie il suo tentativo di rilanciare il commercio in centro è stato un flop. Cosa ne pensa?
«Si può sempre fare meglio, e abbiamo sempre dimostrato disponibilità nei fatti e negli investimenti. Però, le stesse categorie dovrebbero fare un salto di qualità nelle proposte e anche nella partecipazione agli investimenti perché se si continua a pensare che il tema è entrare con l’auto nelle vetrine si è lontani anni luce dalla trasformazione radicale che consumi e stili di vita impongono al commercio. Penso allo sviluppo poderoso delle vendite online che impone agli imprenditori di puntare sulla qualità e sull’unicità dell’offerta per vincere la sfida. Chiedo ancora alle categorie se ci stanno a sperimentare la chiusura dei negozi alle 21 per un giorno alla settimana».
Lei dal governo amico di centrosinistra ha avuto molte risorse. E con questo giallo-verde quali sono i suoi rapporti? Andrà a battere cassa?
«Abbiamo avuto tanti soldi perché abbiamo puntato sui progetti e siamo stati in grado di convincere. Stessa cosa che faremo con questo governo. Il problema è capire se a questo governo frega qualcosa o no dei Comuni visto che, come ha detto l’Anci, la Finanziaria appena approvata è tornata a tagliare ai Comuni. Parteciperemo ancora ai bandi. Sui treni e su Rfi, dopo aver ottenuto dal governo Gentiloni i 340 milioni per il raddoppio del binario da Mantova Piadena, non molleremo la presa affinché già dal 2020 partano i lavori».
Arcipelago di Ocno. In tanti l’hanno accusata di aver buttato soldi pubblici...
«Non sono tanti e sono sempre i soliti che mi accusano, mentre sono tantissimi, 18mila, coloro che sono saliti sull’arcipelago. Ocno è stato in gran parte pagato dagli sponsor».
Il 2019 sarà l’anno dell’inceneritore di Pro-Gest, molto contestato da una parte dell’opinione pubblica...
«Il termovalorizzatore è stato autorizzato nel 1999, il Consiglio di Stato su questo è stato chiaro. Noi siamo riusciti, negoziando, a dimezzarne la portata, da 80mila tonnellate all’anno come era prima a 39mila, impedendo che arrivino i rifiuti industriali da fuori. Per il resto, a breve nella conferenza di Via Ats presenta la valutazione di impatto sanitario che dimostrerà come tanti paragoni fatti siano del tutto privi di fondamento». —