Maturità, alternanza, presidi: ecco le incognite della scuola
Gli istituti ancora non conoscono l’entità dei tagli di fondi per gli stage lavorativi. Esami di stato rinnovati da quest’anno: ma i professori attendono le istruzioni. Incertezze anche sui tempi del concorso per la nomina di dirigenti titolari
Nicola CorradiniMANTOVA. Non sono le polemiche sui presepi o sui crocefissi nelle aule a far discutere il mondo della scuole reale, quello cioè che tutte le mattine entra nelle classi dietro e di fronte alle cattedre, in queste vacanze natalizie. Con la ripresa delle lezioni il prossimo 7 gennaio (giorno in cui tra l’altro si apriranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico) dirigenti, insegnanti, famiglie e studenti si troveranno di fronte incognite sulla futura organizzazione scolastica. Buona parte di queste riguardano l’anno di lezioni che verrà (quindi il prossimo settembre) altre sono invece incidenti sull’andamento dell’anno scolastico in corso. Facciamo una panoramica.
Maturità
L’esame di stato è cambiato. I ragazzi di quinta avranno a che fare con una maturità diversa da quella degli anni passati. È scomparsa la terza prova e i due scritti rimasti in vigore hanno formule nuove. Cancellata ad esempio la traccia di storia nella prima prova e possibilità di sfida bidisciplinare nella seconda prova (ad esempio, matematica e fisica o latino e greco). Sparisce anche la cosiddetta tesina nel colloquio orale e aumenterà il peso nella valutazione finale dei crediti formativi accumulati negli anni di studio e dell’esperienza di alternanza lavoro. Il problema è che ancora non sono stati pubblicati i decreti attuativi della riforma, vale a dire la descrizione nel dettaglio di ciò che concretamente verrà richiesto agli studenti. I decreti sono attesi per le prime settimane dell’anno. Vista la portata del cambiamento, la tempistica scelta non è delle più agevoli per insegnanti e studenti che dovranno sostenere la prova.
Alternanza
L’esperienza e la formazione ricevuta in un posto di lavoro reale dai ragazzi del triennio aumenterà la propria rilevanza nell’esame di maturità, ma resta ancora un mistero la sua organizzazione e soprattutto il suo finanziamento da parte del ministero. La riduzione delle ore dedicate all’alternanza non sarebbe un grosso problema di per sé, soprattutto se l’intenzione è di puntare più sulla qualità rispetto alla quantità. Il vero problema è il taglio di risorse destinate alle scuole che dovrebbe scattare già da quest’anno. Il fatto è che gli istituti hanno dovuto programmare l’alternanza nei mesi scorsi prevedendo risorse simili a quelle ricevute negli anni passati. Questo significa che le riduzioni di fondi costringeranno gli istituti ad attingere alle riserve dei propri bilanci o ad altri capitoli di spesa.
Presidi
Altra incognita, che però si proietta sul prossimo anno scolastico, riguarda come avviene da anni i vertici degli istituti scolastici. Attualmente ci sono venti scuole dirette da un reggente e oltre trenta prive di un direttore amministrativo (Dsga) titolare. Per quanto riguarda i dirigenti, la speranza è che l’iter del concorso per la nomina di nuovi presidi (che comprende anche la formazione) si concluda in tempo utile per il prossimo settembre. Per i Dsga i tempi sono poco incoraggianti, visto che ancora non c’è l’accordo sul concorso.
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