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Mantova, senzatetto accolti al dormitorio: così è stata evitata l’emergenza gelo

Sono una quarantina i clochard ospitati nella struttura di via Ariosto. L’assessore Andrea Caprini: temiamo gli effetti che avrà il decreto Salvini

Nicola Corradini
2 minuti di lettura

MANTOVA. Ogni sera una gruppo di volontari perlustra la città in cerca di senzatetto. Non hanno intenzione di buttare i loro quattro stracci in un bidone delle spazzature. Tutto il contrario. Nell’auto hanno alcuni sacchi a pelo e altri generi di conforto vitali per chi deve passare la notte all’aperto o in ricoveri di fortuna con una temperatura di alcuni gradi sotto lo zero.

Volontari. Sono i volontari del Sepris, che da quando ha cominciato a far freddo davvero, hanno iniziato a perlustrare la città, puntando sugli angoli dove normalmente si collocano i clochard e chi è senza casa. È uno dei servizi organizzati dalla cabina di regia formata dall’assessorato comunale al welfare, da Caritas e da Aspef, oltre che dal Sepris e dalla cooperativa di Bessimo, per garantire assistenza nel periodo invernale ai senzatetto. Si stima che ci sia almeno una cinquantina di persone senza casa nel territorio comunale. Buona parte di loro utilizza il dormitorio.

Niente emergenza. «Siamo usciti una decina di volte in questo periodo - spiega il presidente di Sepris, Angelo Bonfietti - abbiamo cercato nelle strade dove si sistemano di solito queste persone, ma non ne abbiamo trovate. Probabilmente si sono rivolte al dormitorio o forse sono andati in punti a cui, per motivi di sicurezza, non possiamo accedere». Il loro compito è invitare i senzatetto a trovare riparo nel dormitorio di via Ariosto. Non possono obbligarli e per questo portano sacchi a pelo e bevande calde.

Dormitorio. Il piano freddo messo in moto dal coordinamento, fa perno sul dormitorio di via Ariosto, recentemente ampliato dal Comune. Nel periodo più freddo dell’anno di fianco alla struttura ci sono anche due container per ampliare il numero di posti disponibili. Sono 38 posti nel dormitorio e altri dodici nei container. «In questo periodo di freddo intenso - spiega Fabio Quadri, responsabile del dormitorio comunale gestito da Aspef - abbiamo in media una quarantina di ospiti a notte. Ci siamo attrezzati e non siamo all’emergenza: posti ce ne sono ancora. Tenga presente che nella stagione estiva gli ospiti sono in media una trentina. Nel corso degli anni le utenze sono aumentate, in particolare tra i richiedenti asilo». Gli ospiti sono prevalentemente stranieri (ieri c’erano cinque italiani), non solo provenienti dai paesi del Maghreb ma anche dall’Africa sub-sahariana. «Anche persone che sono in Italia da molti anni, ma che con la crisi hanno perso il lavoro» spiega Quadri.

Caritas. «Alla mattina è aumentato il numero di persone che si rivolgono a noi per un pasto caldo – spiega il direttore di Casa San Simone, Davide Boldrini – ovviamente chi è senza casa viene indirizzato al dormitorio. Ci sono alcune persone, che seguiamo da vicino, che rifiutano di entrare nella struttura. È una situazione fluida, c’è chi si ferma in città per qualche giorno, chi invece è stanziale. Chi può si sposta verso città più grosse dove è più facile trovare posti per la notte».

L’assessore. «Il coordinamento di rete con la regia dei servizi sociali, assicura di intercettare le situazioni più critiche - spiega l’assessore al welfare, Andrea Caprini - gli operatori non hanno trovato persone che dormono per strada, ma non possiamo escludere che alcuni cerchino riparo in edifici abbandonati. Ci preoccupa non poco l'effetto che potrebbe ingenerarsi con l’applicazione del decreto Salvini, con decine di richiedenti asilo privati di titolo di soggiorno nei centri di accoglienza e abbandonati in strada senza strumenti legali per intervenire». 

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