Emergenza sociale: sono 130 le persone che chiedono aiuto
La Caritas di Castiglione delle Stiviere commenta i dati del 2018 con 1.500 servizi. L’appello: servono altri volontari per le nostre attività
Luca CremonesiCASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Numeri importanti per la Caritas di Castiglione al termine del 2018. A commentarli è il nuovo presidente Martino Beschi, castiglionese, che guida la sede di Marta Tana dalla scorsa primavera. «La mia esperienza passata da volontario prima, e poi nel direttivo e ora alla presidenza, mi insegna che il lavoro dei volontari, che a Castiglione sono circa 60, è importantissimo. Tuttavia faccio un primo appello che riguarda la necessità che si avvicinino al nostro mondo dei giovani che ci possano aiutare».
Proprio i numeri delle attività e degli interventi sono al centro di una prima considerazione di Beschi. «Pur se c'è un leggero calo rispetto allo scorso anno, stiamo comunque parlando di numeri alti per un comune di 23mila abitanti». Il 2018 ha portato 130 persone nuove che si sono avvicinate per la prima volta alla Caritas di via Chiassi. «Molti sono gli italiani che si avvicinano alla Caritas con un approccio diverso. Chiedono un appuntamento e ci sono timore e, spesso, vergogna. Noi ricordiamo che c'è la massima riservatezza e che la sede è aperta per molte attività. Le persone possono entrare senza aver paura di essere giudicate o indicate da chi passa».
A queste 130 persone si aggiungono le 140 famiglie che hanno chiesto aiuto alla Caritas, per un totale di 469 persone, e anche in questo caso «sono comunque in crescita i numeri degli italiani in difficoltà, anche se la maggior parte delle richieste arriva da stranieri». Sul fronte dei servizi i numeri parlano di 1.500 servizi svolti nel corso dell'anno, «e qui lo spettro è ampio perché andiamo dalla distribuzione di abiti, ai pacchi, alle docce, all'ascolto e alle consulenze varie. L'ascolto e la comprensione delle cause del disagio sono fondamentali per decidere l'azione. «La Caritas non è solo dare. La Caritas è anche cercare di trovare soluzioni per aiutare le persone e le famiglie a uscire dal disagio», spiega Beschi. La mensa di via Chiassi ha fornito 1.686 pasti, «cucinati ogni giorno dai nostri volontari», e sono stati distribuiti 712 pacchi alimentari, «una consegna che facciamo ogni mese con i prodotti forniti dalla Diocesi che noi andiamo ad integrare per variare un po’ la nostra offerta», commenta Beschi. Le persone che hanno beneficiato dei pacchi alimentari sono state, complessivamente, 2.455 nel corso dei 12 mesi.
Infine, la struttura ha erogato 95 docce nel corso del 2018. «Abbiamo anche progetti personalizzati, come ad esempio il sostegno, grazie a famiglie generose, a due ragazzi per l'università. Uno si è laureato e l'altro sta proseguendo gli studi».
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