Una colonia di gatti nell’istituto per aiutare i malati di Alzheimer
L’unico istituto in Italia con una colonia di gatti utilizzata per i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer: il progetto è stato avviato alla residenza sanitaria assistenziale Villa Carpaneda di Rodigo
Matteo SbarbadaRODIGO. L’unico istituto in Italia con una colonia di gatti utilizzata per i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Il progetto è stato avviato alla residenza sanitaria assistenziale Villa Carpaneda di Rodigo. A idearlo, la geriatra specialista in psichiatria forense Miriam Artico, che accudisce la colonia con le volontarie Rosanna Magnani e Cristina Pacchioni.
«L’idea di introdurre cani, gatti e altri animali – spiega Artico – è da sempre stata da me sostenuta. Ho sempre creduto nel loro effetto tranquillizzante e coinvolgente. Ho iniziato con la classica Pet therapy. Somministrando test psico-cognitivi ai pazienti prima, durante e dopo le sedute, si vedevano i miglioramenti sul tono dell’umore, sulla riduzione dell’agitazione e del wandering, il vagare. Ho cercato di ampliare il concetto agli animali di proprietà, alle colonie di gatti, ai canili e rifugi con altri animali. Il proprietario sente il suo animale come membro della famiglia e, se purtroppo viene ricoverato, chiede di vederlo».
A Villa Carpaneda questi progetti si sono realizzati grazie al sostegno della direzione generale e sanitaria. L’istituto, che contempla reparti hospice, nucleo Alzheimer, riabilitazione, centro diurno e rsa, consente ai pazienti di vedere i propri animali ricevendoli in visita, effettua Pet theraphy ed è l’unico esempio di istituto che al suo interno gestisce una colonia di gatti.
Accarezzare gli animali ha un effetto tranquillizzante per i pazienti con agitazione, ansiosi e depressi, che cessano il vagare e sorridono. Altra conseguenza rilevante, la riduzione della somministrazione di farmaci sedativi e antidepressivi con beneficio della salute del paziente e un risparmio sulla spesa farmaceutica per l’istituto. I pazienti con difficoltà motorie, inoltre, si sforzano di muoversi per toccare l’animale, abbracciarlo, dargli la pappa, muovendosi spesso senza rendersi conto di farlo. Alcuni ospiti con difficoltà motorie post ictus che non accettavano la riabilitazione, dopo essere stati stimolati dagli animali che chiedevano coccole, hanno migliorato la mobilizzazione, uscendo dalla depressione e iniziando a collaborare con i fisioterapisti. I pazienti diventano soggetti attivi nella relazione con i gatti della colonia. Su richiesta di un degente, ad esempio, sono stati realizzati giochi di lana per gli animali.
Animali che, prima di accedere alla struttura, sono visitati da veterinari per fugare qualsiasi dubbio sulla loro salute. Vengono inoltre costantemente seguiti e vaccinati. «Gli animali aiutano il paziente mentalmente e fisicamente. La colonia di gatti, essendo in struttura, consente il contatto in ogni momento con l’animale. Di conseguenza, è un’ottima terapia per pazienti e operatori». Tra i nuovi arrivi nel reparto Alzheimer anche un chihuahua. Tutti i pazienti ne hanno tratto beneficio, cercano il cane e lo accudiscono, mantenendo attive le capacità residue motorie e cognitive e riducendo apatia e depressione.
I RISULTATI
Test somministrati ai pazienti a cadenza periodica evidenziano i benefici clinici. Oltre ai gatti, quindi, un cane per aiutare gli ospiti a mantenere un contatto con la realtà e dare e ricevere affetto senza il bisogno delle parole. «Un ulteriore passo per consentire a tutti coloro che amano gli animali di non subire anche il dolore del distacco dai compagni a quattro zampe. Speriamo di essere esempio per altri centri di assistenza perché il benessere dei pazienti è la nostra mission. Mi piacerebbe che in tutta Italia modelli simili fossero applicati per il benessere sia delle persone che degli animali».
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