MANTOVA. Si è chiuso con 52 condanne e cinque assoluzioni il processo agli ex consiglieri regionali lombardi accusati di peculato, e in qualche caso di truffa, per avere speso in modo discutibile i fondi pubblici destinati ai gruppi consiliari. Sotto la lente della procura prima e del tribunale di Milano poi sono finiti anche tre mantovani: Davide Boni, all’epoca dei fatti contestati (2010 e 2011) presidente del consiglio regionale, Carlo Maccari, ex assessore regionale, e Claudio Bottari, ex consigliere regionale.
Per Maccari e Boni è arrivata l’assoluzione: con formula piena per il primo e con accuse in parte prescritte per il secondo, mentre Bottari è stato condannato a un anno e sei mesi per peculato, sentenza contro la quale ha già annunciato il ricorso.
Un processo cominciato il primo luglio del 2015 e proseguito con ritmi molto lenti fino all’epilogo di ieri. Nessuno degli imputati, appartenenti a varie forze politiche, siede più nel cuore del potere lombardo, molti hanno abbandonato la vita politica mentre altri hanno fatto carriera.
«Il bersaglio era più politico che altro – commenta Davide Boni, oggi segretario regionale del movimento Grande Nord e assolto (in parte per prescrizione) dalle accuse di truffa e peculato (rimborsi chilometrici, ndr). Sono contento però che la giustizia abbia fatto il suo corso. Mi avevano contestato spese per circa centomila euro in dieci anni. Oggi ho smesso di fare politica istituzionale e non mi sono più candidato per non trascinare la Lega sotto i riflettori, contrariamente ad altri che adesso portano discredito». «Una brutta vicenda che non doveva mai iniziare – dichiara Carlo Maccari, ex assessore regionale del Pdl, assolto per spese giudicate allegre per circa 4.500 euro – non ho mai avuto la possibilità di discutere la mia posizione con il pm o farmi interrogare. Quattro anni di udienze per stabilire che l’acquisto di alcune agende di rappresentanza da regalare ai sindaci non erano illegittime. Un macigno insostenibile che mi ha fatto rinunciare alla politica».
Oggi Maccari è titolare di due farmacie a Guidizzolo e Volta Mantovana. Deluso della sentenza, invece, è Claudio Bottari, ex consigliere regionale della Lega nord, condannato a un anno e sei mesi: «La Corte dei Conti aveva stabilito che c’era colpa ma non dolo e io ho restituito praticamente tutto quello che avevo speso. Alla fine ho rimborsato 11.400 euro, anche se i funzionari della Regione mi avevano detto che erano tutte legittime. Si parla di convegni, di libri sul nucleare e di pranzi di rappresentanza da venti euro ciascuno. Sono stato condannato per non avere scritto sulle ricevute i nomi di chi era a pranzo con me, ma dai regolamenti non era previsto. Farò ricorso perché sono assolutamente tranquillo di aver fatto solo il mio dovere».
Tra i condannati più illustri al processo c’è il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo (un anno e 8 mesi, pena sospesa) «per essersi appropriato della somma complessiva di 21.917 euro» attraverso «spese estranee all’esercizio delle funzioni istituzionali» tra il 2010 e il 2012. Nella maggior parte dei casi si tratta di soldi spesi in ristoranti. Un anno a sei mesi sono stato inflitti all’europarlamentare leghista Angelo Ciocca, stessa pena per il suo collega a Strasburgo Stefano Maullu (un anno e sei mesi) e due anni e due mesi ad Alessandro Colucci, segretario del gruppo misto alla Camera.
Tra chi ha lasciato la politica, i più noti sono il Trota Renzo Bossi (2 anni e 6 mesi), figlio del fondatore della Lega Umberto, e Nicole Minetti (un anno e otto mesi), l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi e poi consigliera, che ora vive a Ibiza.
Tra gli assolti anche Romano Colozzi, Massimo Ponzoni e Daniel Ferrazzi. —