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A Mantova permesso a tempo per i tavolini, le Belle Arti: regole da rivedere

Scaduto un centinaio di autorizzazioni, primo incontro tra sindaco Palazzi e sovrintendente Barucca. In attesa del via libera, rinnovi provvisori dello Sportello Unico per evitare danni a bar e ristoranti

Monica Viviani
1 minuto di lettura

MANTOVA. Piazze che diventano ristoranti a cielo aperto, tavolini dalle fogge più svariate che si rincorrono sotto i portici, arredi più o meno creativi e spesso disposti un po’ a caso. Per i plateatici di città sembra sia arrivato il momento della revisione. L’occasione è contingente: con l’inizio del nuovo anno è scaduto un centinaio di autorizzazioni di occupazione di suolo pubblico. «Un’occasione che ci imporrebbe una visione globale del problema per fissare regole certe e sicure valide per tutti, regole frutto di un confronto, lavorando a un piano condiviso con l’amministrazione»: il tema è stato affrontato nei giorni scorsi dal sovrintendete Gabriele Barucca con il sindaco Mattia Palazzi alla luce anche del fatto che il regolamento comunale in materia risale agli anni ’90.

«Ho proposto al sindaco - annuncia Barucca - di creare un tavolo tecnico per affrontare le tante problematiche che riguardano il centro storico, compresi i plateatici. Vorrei ridiscutere le regole anche per evitare disparità di trattamento. Il problema si impone tanto più a Mantova e in un sito Unesco: in giro per la città c’è disordine nella sistemazione degli arredi, ci sono piazzette invase dai tavolini con lo spazio pubblico diventato praticamente privato. Il problema non è che arrecano danno ma tolgono lustro». Chiarisce Barucca di non essere «contro i tavolini» nella convinzione però che «vadano temperate le diverse esigenze» e che «il fine che ci deve guidare debba essere che l’impatto sulla città non deve prevalere sulla città stessa e spesso è solo questione di buon senso».

In attesa dell’apertura del tavolo, la Sovrintendenza ha intanto 120 giorni di tempo per esprimersi sui rinnovi dei circa 100 plateatici appena scaduti. Nel frattempo cosa succederà ai tavolini che puntellano il centro e non solo? La risposta arriva dal vicesindaco e assessore alle attività produttive Giovanni Buvoli: «In attesa dei tempi tecnici necessari per il parere della Sovrintendenza, per evitare l’interruzione dell’attività commerciale e agevolare gli esercenti, lo sportello unico sta rilasciando rinnovi provvisori per i prossimi tre anni. Questo significa che quando arriverà il parere le attività dovranno adeguarsi alle eventuali prescrizioni delle Belle Arti ma intanto possono andare avanti». Con una precisazione ulteriore: non si tratta di autorizzazioni temporanee che costerebbero molto di più, ma di rinnovi al momento sub iudice.

Per le nuove regole la strada non sarà breve nè tantomeno facile, ma qualche suggerimento potrà venire da quanto accade in altre città d’arte «come a Firenze - conclude Barucca - dove ad esempio viene imposta una proporzione tra spazio interno ed esterno di un locale». Vale a dire: basta ai locali “buco” con distese di tavolini in strada.

 

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