Lotta al lavoro irregolare: oltre un milione dalle multe
Clandestini nei laboratori, caporalato: i carabinieri tracciano un anno di attività. Il comandante provinciale: «Noi sempre più capillari e i reati sono in calo»
MANTOVA. Lavoro nero e caporalato: una piaga in continua espansione ma che, nel Mantovano, sta incontrando forti ostacoli grazie alla istituzione di una specifica task force, voluta dalla prefettura, realizzata da forze dell’ordine, Inail, Ats, Ispettorato del lavoro e coordinata nel concreto dal maggiore Simone Toni, comandante della Compagnia carabinieri di Castiglione. Task force inizialmente focalizzata sul distretto della calza dell’Alto Mantovano e ora operativa su tutto il territorio provinciale. Notevoli i risultati raggiunti nel 2018: 59 aziende controllate, 34 attività sospese, 26 persone arrestate e 43 denunciate, 484 il totale dei lavoratori identificati, di cui 151 risultati irregolari quindi espulsi e 136 privi di contratto di lavoro. L’intera attività di contrasto del fenomeno ha portato in un anno a circa un milione di euro di sanzioni (410mila euro quelle amministrative contestate, 330mila quelle penali). Questo per quanto riguarda i laboratori. L’attività di contrasto al caporalato nei campi agricoli ha portato invece al controllo di 15 aziende, 13 persone arrestate e 8 denunciate e a 200mila euro di multe. Sono i dati relativi a solo uno dei tanti settori in cui opera l’Arma dei carabinieri.
Il comandante provinciale, colonnello Fabio Federici, con i suoi uomini, ha raccolto e illustrato l’intero lavoro svolto in un anno. Secondo i dati esaminati, i reati nella provincia di Mantova sono in calo: meno 6,17% i reati commessi in generale, che si traducono, nello specifico, in -5,8% di furti, -12,6% di rapine, -21% di violenze sessuali. «I furti sono in calo ma sono ancora tanti - commenta il colonnello Federici - per questo motivo, per il 2019 è stata costituita una specifica task force , varata dal generale di Brigata Antonio De Vita, che esaminerà la filiera dei casi nonché la serialità degli stessi. Grazie anche alla collaborazione con la polizia e il questore Paolo Sartori, i controlli saranno sempre più mirati».
Pesante, nel 2018 (e fine 2017) il bilancio degli omicidi compiuti nella nostra provincia: sei casi per sette vittime. Si tratta nella maggior parte dei casi di delitti consumati tra le pareti domestiche, tutti scoperti e risolti dalle forze dell’ordine. Per quanto riguarda i carabinieri - grazie al Reparto operativo comandato dal tenente colonnello Carmelo Graci, coordinato dal procuratore capo Manuela Fasolato - ne sono stati risolti quattro. Le indagini più complesse hanno riguardato l’omicidio Tallarico, compiuto nel gennaio scorso sul ponte di San Giorgio che ha portato, pochi mesi dopo, all’arresto di Brunetto Muratori; e il cold case relativo al delitto dell’orefice Gabriele Mora di Suzzara ucciso nel 1996 da una banda di giostrai nel corso di una rapina. Casi entrambi risolti dal Nucleo investigativo del sottotenente Claudio Zanon.
Lo stesso Nucleo Investigativo, sotto la guida della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, ha condotto importanti indagini nell’ambito della criminalità organizzata di stampo mafioso, sfociate nel processo Pesci che ha portato alla condanna di quindici persone collegate al clan del bosso Nicolino Grande Aracri. Verso il fenomeno della mafia al nord comunque la guardia resta sempre alta: nel 2018, infatti, il Comando provinciale - Nucleo Informativo - ha inoltrato alla prefettura 15 misure di richieste interdittive antimafia nei confronti di altrettanti imprenditori.
Ancora tanti i reati legati allo spaccio di stupefacenti. I militari dell’Arma provinciale nel 2018 hanno fermato 84 persone: per 21 è scattato l’arresto, per le altre la denuncia. Sequestrati in tutto 14 chili di droga, fra cocaina, eroina, hashish e droghe sintetiche e all’individuazione di due importanti serre destinate alla coltivazione in casa delle piante di marijuana. Rispetto all’anno scorso, è stato segnalato il 15% in più dei consumatori.
Ancora importanti i numeri di chi guida sotto l’effetto di alcolici o droghe, nonostante la forte azione preventiva e repressiva delle forze dell’ordine. Soltanto i carabinieri (mancano nel conteggio le altre forze dell’ordine) hanno denunciato e ritirato la patente a 130 persone l’anno scorso. A tal proposito, continuerà anche quest’anno l’impegno dei carabinieri a organizzare incontri di Cultura della legalità nelle scuole che nel 2018 hanno portato ufficiali e sottufficiali a sostenere 52 conferenze in giro per le scuole e ad incontrare 2675 studenti.
La tutela dell’ambiente e il contrasto alle ecomafie da parte del Corpo forestale comandato dal colonnello Alberto Ricci ha portato lo scorso anno a 775 controlli, alla contestazione di 40 illeciti amministrativi e alla denuncia di 17 persone.
«Per tutelare la sicurezza dei cittadini, i carabinieri cercano di essere sempre più presenti e capillari sul territorio, anche con forme di comunicazione nuova - commenta il comandante provinciale Federici - Abbiamo il carabiniere di quartiere, conferenze nelle scuole, il servizio Ascolto-ascoltiamoci che ci ha portato ad incontrare 10.500 mantovani e campagne antitruffa, anche con pagine sulla Gazzetta, progetti, questi ultimi, estesi dal generale di Corpo d’Armata Gaetano Maruccia anche ad altre regioni. Di tutto questo devo ringraziare i comandanti e gli uomini delle 4 compagnie, le 41 stazioni, i reparti investigativi e radiomobili, mossi sul campo dalla Centrale operativa di Mantova diretta dal maresciallo maggiore Oscar Bottardi, che nel 2018 ha gestito ben 16mila richieste».
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