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Pista di via Brennero ancora chiusa: «È uno scandalo»

L’assessore Murari: «Il ministero non dà i soldi per le analisi. Anche la Regione in campo ma da Roma nessuna risposta»

Sandro Mortari
1 minuto di lettura

MANTOVA. «È uno scandalo» ha detto l’assessore all’ambiente Andrea Murari ai cittadini di Lunetta che, nell’assemblea di sabato con la giunta comunale, chiedevano lumi sulla ciclabile di via Brennero, ancora chiusa. E lo ripete anche il giorno dopo al telefono. «Quella ciclabile è uno scandalo. È finita, collaudata ed è stata ceduta al Comune da Tea da un anno; eppure, non la possiamo aprire perché il ministero dell’ambiente, con il mio totale disaccordo, ci blocca».

Una vicenda paradossale quella della ciclabile che corre lungo via Brennero, opera di compensazione «regalata» dalla Tea alla città in cambio dell’ok al potenziamento della rete di teleriscaldamento. Racconta l’assessore: «Al ministero abbiamo chiesto di aprire subito la ciclabile stante la pericolosità di via Brennero per i ciclisti. La risposta è stata un no e la richiesta di effettuare ulteriori analisi sull’aria e sui terreni visto che la pista attraversa il sin, l’area inquinata del petrolchimico. A parte che non si capisce perché analizzare la ciclabile per tutelare la salute dei ciclisti quando possono transitare sulla vicina via Brennero, tra i Tir, respirando la stessa aria che respirerebbero sulla pista, il problema è che le analisi costano 80mila euro. I soldi sono nei 16 milioni di euro che ci sono stati assegnati per le bonifiche e che sono bloccati al ministero in attesa di un parere legale. Al ministero abbiamo chiesto di sbloccare almeno le risorse necessarie per le analisi, ma la risposta è stata no».

Il Comune non si è perso d’animo e all’inizio dell’anno si è rivolto alla Regione per avere un aiuto: «Mi risulta - dice Murari - che la Regione abbia subito scritto al ministero ma che non abbia ancora ricevuto risposta». A questo punto la pazienza è giunta al limite: «Non possiamo più aspettare - dice l’assessore -. Non possiamo più restare vittime della burocrazia. Il ministero deve sbloccare i soldi per le analisi e quelli per le bonifiche. Noi, se arrivano i soldi, siamo pronti a partire subito. E poi, vorremmo una presenza nel sin del ministro che ora non c’è». Limitandoci solo al caso ciclabile, il tempo stringe: per completare le analisi richieste dal ministero occorreranno sei mesi, per cui nella migliore delle ipotesi la pista potrà essere aperta solo in tarda estate. 
 

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