Voto a Suzzara: si va verso i tre blocchi. Ora il Pd teme lo sgambetto
Quattro le liste che potrebbero sostenere Ongari: niente primarie se si ricandida. Civici e moderati lavorano al manifesto sul patto di governo, 5Stelle da soli
Francesco Romani
SUZZARA. La partita delle amministrative si gioca su più tavoli. Quello politico ha al centro per la prima volta il tema del possibile “sgambetto “ al centrosinistra, forza ininterrottamente al governo dal dopoguerra. Quello dei programmi per ora è in secondo piano, così come quello delle singole candidature. Ma non per tutti. Centrodestra e Suzzara civica, pur partendo da posizioni ed esperienze politiche diverse, stanno lavorando a un “contratto di governo” una formula sdoganata dall’esecutivo giallo verde nazionale e che potrebbe funzionare anche a livello locale. Patti chiari, impegni precisi e sottoscritti da forze che partono da fronti politici diversi. Se funziona a Roma, questa è l’idea, perché non provarci a Suzzara?
La posta in gioco, per la prima volta, è altissima. Strappare al centrosinistra il governo del simbolo più duraturo dell’anomalia mantovana, per decenni unica provincia “rossa” della Lombardia. «Bonificare la Bassa», aveva tuonato qualche decennio fa lo scomparso leader leghista Luca Bellini. Ora, più prosaicamente il meccanismo del doppio turno (se nessun candidato supera il 50% si rivota dopo due settimane fra i primi due arrivati) consente sulla carta di tentare l’impensabile sino a pochi anni fa.
Nel 2014 il Pd faceva segnare un 53%, lo scorso anno il 34. Un crollo di quasi 20 punti. Anche aggiungendo i voti da sinistra di Liberi e Uguali, quasi 5%, e delle liste collegate si arriva a malapena al 45%. Poco per essere eletti subito al primo turno senza sfidare la sorte del ballottaggio. Visto che il Pd da solo non ce la fa, si assiste al fiorire di liste d’appoggio. Già presentate Suzzara Futura e Verdi per Suzzara che affiancheranno quella del Pd e, se ce ne saranno le condizioni “Sinistra per Suzzara” o una lista simile che raccolga i consensi dell’ala più progressista.
Se il sindaco uscente Ivan Ongari scioglierà le ultime riserve e si ricandiderà, non ci sarà bisogno di primarie.
I 5Stelle, corroborati dalla crescita di consensi (dal 13 al 28% in 4 anni), maturati con cinque anni di opposizione e rafforzati da un solido gruppo di attivisti correranno da soli. Le nuove regole consentono di avere candidati consiglieri anche non del luogo «Ma punteremo ad avere solo suzzaresi» dice il consigliere uscente Stefano Rosselli, da più parti indicato anche come candidato 2019. Ma lui precisa: «Stiamo lavorando al programma e alla lista. Il candidato verrà per ultimo e sarà deciso assieme».
Ma la novità assoluta potrebbe essere un raggruppamento che unisca, sotto un unico candidato, forze oggi divise. Suzzara Civica, forte del 20% alle comunali 2014 e centrodestra, che 5 anni fa totalizzò complessivamente un 10%. Accomunati dalla volontà di cambiare rotta rispetto all’amministrazione in carica, stanno dialogando. Ma come si fa a unire forze che partono da esperienze diverse? «Stiamo ragionando - conferma Adriano Cattaneo, coordinatore elettorale della Lega provinciale - La partita non è ancora chiusa, ma abbiamo tempo davanti. Per fare cosa? «Stiamo valutando una sorta di “contratto”, un patto che sarà reso noto a tutti. Nel manifesto metteremo gli impegni concreti, ma anche quelli etici, che per noi sono importanti. Sarà un patto chiaro sulle cose da fare che impegnerà i nostri eletti in caso di vittoria». E se l’accordo non nascerà? «La nostra lista ci sarà comunque. Non c’è problema». Ma quello, per la Lega, è un piano B. —
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