MANTOVA. Rissa sfiorata ieri mattina in tribunale prima dell’inizio dell’udienza che vede imputato un padre accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia minorenne. Nell’atrio antistante l’aula della Corte d’Assise la madre della ragazza ha inveito contro i testimoni chiamati a deporre in difesa dell’ex marito. Ci sono state fasi molto concitate tanto da indurre il presidente del collegio giudicante Enzo Rosina a far intervenire un numero cospicuo di carabinieri.
Da via Chiassi sono accorse due pattuglie, sei uomini in tutto che hanno evitato che i due gruppi si incrociassero di nuovo. Nel corso dell’udienza, iniziata in tarda mattinata sotto il controllo degli uomini dell’Arma, sono stati sentiti l’imputato e diversi testimoni (tra questi parenti e colleghi di lavoro). Prima che il giudice decidesse di celebrare il processo a porte chiuse s’è potuto notare un particolare che la dice lunga sulla forte tensione che già prima si era venuta a creare. La mamma della ragazza non ha tolto gli occhi di dosso dall’ex marito e, secondo alcune testimonianze, durante il suo interrogatorio avrebbe commentato in modo palese le parole dell’ex coniuge.
L’udienza si è chiusa poco dopo le 14.30. La prossima è stata fissata per l’11 marzo: in quell’occasione ci sarà la discussione e con tutta probabilità la sentenza. Per quattro anni, secondo l’accusa, l’uomo di cui non riveliamo l’identità a tutela della minore, avrebbe abusato della figlia non ancora maggiorenne, imponendole il silenzio. Cercando di convincerla che quelle violenze sessuali erano normali tra padre e figlia e che dovevano rimanere un segreto. L’uomo, a quanto pare, non si sarebbe fermato nemmeno quando la figlia era ricoverata in ospedale. (Gol)