Ospedale Oglio Po, la Regione non arretra: «Il punto nascite resta chiuso»
L’assessore Gallera risponde alle interrogazioni di M5S e Pd: «Siamo un’istituzione e dobbiamo rispettare la legge nazionale»
Riccardo NegriVICOMOSCANO. «Punto nascite: Regione Lombardia è tenuta a rispettare le leggi, e in questo caso anche le sentenze dei Tribunali amministrativi». Tradotto: la sala parto del presidio ospedaliero di Vicomoscano rimane chiusa. Le recenti dichiarazioni del ministro della sanità Giulia Grillo, che aveva aperto a una possibile ridiscussione delle linee guida condivise da Stato e Regioni sulla rete dei punti nascite, almeno per ora non porteranno a colpi di scena. Dalle opposizioni in consiglio regionale, arriva allora la proposta di stringere almeno i tempi del confronto. La tematica è stata affrontata ieri al Pirellone, nel corso del question time.
«Siamo un’istituzione – ha affermato Gallera, in risposta alle interrogazioni presentate da Pd e Movimento 5Stelle – e dobbiamo rispettare la legge nazionale. Se alle parole seguiranno atti normativi di modifica, come sempre rispetteremo le leggi».
Le dichiarazioni del ministro non sono insomma al momento sufficienti per riaprire la sala parto. «A questo punto – commenta il consigliere regionale Pd Antonella Forattini – occorre aprire urgentemente un tavolo istituzionale». Secondo Forattini, è necessario che Milano sieda subito a un tavolo con Roma, per avviare un effettivo confronto sulla rimodulazione dei punti nascite: «La giunta regionale si attivi in questo senso, per cercare di ottenere un risultato importante per il territorio. Il punto nascite di Vicomoscano serviva un’ampia area tra Mantovano e Cremonese; e la sua chiusura, considerando anche i problemi viabilistici della zona, sta creando gravi disagi».
Andrea Fiasconaro (consigliere M5S) fa notare che altre Regioni si sono mosse, per cercare di preservare le proprie sale parto, «nel rispetto della legge, ma anche nell’interesse di mamme, nascituri e territorio». Secondo l’esponente 5Stelle, la Lombardia non è stata altrettanto determinata: «La Regione aveva stilato un piano, per mantenere l’apertura di Vicomoscano in deroga; ma è rimasto sulla carta: sia perché non aveva ottenuto l’autorizzazione del Comitato nazionale percorso nascita, il cui parere peraltro è puramente orientativo e non vincolante, sia perché la Regione in realtà non ci ha mai veramente creduto».
Il territorio, intanto, continua a pensare sia possibile ottenere un’inversione di rotta. Nei giorni scorsi, il Comitato per la salvaguardia e tutela dell’ospedale Oglio-Po ha incontrato una rappresentanza dell’associazione “Parto per Fiemme”, che di recente è stata in grado di strappare la riapertura del punto nascita di Cavalese. Ad ascoltare l’esperienza trentina, anche lo stesso Fiasconaro, i sindaci Giuseppe Torchio (Bozzolo), Aldo Vincenzi (Sabbioneta), Pino Baruffaldi (Pomponesco) e Stefano Belli Franzini (Gussola), e il gruppo 5Stelle di Viadana.
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