Mantova nel segno di Giulio Romano e della sua "stravagante maniera"
Presentata a Roma la grande mostra che sarà inaugurata a ottobre a Palazzo Ducale. Dal Louvre di Parigi per la prima volta 72 disegni. Assmann: «Importante chance per rafforzare l’immagine di Mantova come città d’arte in Europa e nel mondo»
06 Febbraio 2019
MANTOVA. A Mantova l’autunno 2019 sarà nel segno di Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi de’ Jannuzzi (Roma 1499 circa – Mantova 1546), grazie alla grande mostra-omaggio “Con nuova e stravagante maniera”, che sarà allestita dal 6 ottobre al 6 gennaio a Palazzo Ducale. Un progetto ambizioso e di grande rigore scientifico, che ha l’obiettivo di restituire a 360 gradi la figura di Giulio Romano, il più importante allievo di Raffaello, artista completo, capace di esprimersi con grande poliedricità nell’architettura e nella pittura, negli arazzi e nell’oreficeria, che trovò in questi vari linguaggi un comune denominatore nella pratica del disegno.
La mostra inaugura anche la collaborazione di Palazzo Ducale con il Louvre e il Département des Arts Graphiques del museo, che per la prima volta concederà dal suo ricco fondo di disegni di mano dell’artista un eccezionale nucleo di 72 fogli. L’idea del comitato scientifico che ha concepito la mostra (Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Renato Berzaghi, Paolo Carpeggiani, Sylvia Ferino, Augusto Morari, Roberta Serra e Luisa Onesta Tamassia) è quella di ripercorrere la carriera dell’artista, dagli esordi a Roma fino alla partenza nel 1524 per Mantova, dove si stabilì presso la corte di Federico II Gonzaga e dove espresse felicemente la sua «stravagante maniera», come scrisse Giorgio Vasari nelle «Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti».
Uno scatto dalla presentazione mantovana della mostra, il 25 gennaio 2019
Proprio nella città gonzaghesca, Giulio Romano creò capolavori indiscussi, come Palazzo Te (1525-1535) e gli appartamenti di Federico II a Palazzo Ducale (1536), assunse la direzione di tutte le opere di architettura e di decorazione e, sull’esempio del suo maestro Raffaello, creò una sua bottega capace di tradurre i suoi disegni in stucco o in pittura. In un percorso che si snoda in tre sezioni, il pubblico vedrà, accanto alle opere del Louvre, anche un’ulteriore selezione di disegni, provenienti dalle più importanti collezioni museali italiane e straniere (tra cui l’Albertina di Vienna, il Victoria and Albert Museum di Londra, la Royal Collection a Windsor Castle), oltre a dipinti, stampe e maioliche.
«La mostrarappresenta un’importante chance per la città – assicura il direttore del Ducale, Peter Assmann, a Roma per presentare il progetto – andare oltre la tradizionale concezione di mostra temporanea per riunire tutte le forze produttive locali intorno a Palazzo Ducale e rafforzare l’immagine di Mantova come città d’arte in Europa e nel mondo. Al di là della sua importanza culturale specifica si tratta di un’occasione per fare rete tutti insieme verso un unico grande obiettivo di crescita collettiva».
Particolarmente interessante, come afferma Xavier Salmon, direttore del Département des Arts graphiques del Musée du Louvre di Parigi, sarà la possibilità «di ricreare oggi, attraverso i disegni preparatori all’apparato decorativo di Palazzo Ducale, i legami tra le opere e i luoghi. Questi fogli saranno eccezionalmente messi a confronto con le opere finite allo scopo di illustrare la relazione che, all’epoca, legava il maestro, i collaboratori e gli allievi, tra cui Fermo Ghisoni, Rinaldo Mantovano e, soprattutto, Giovan Battista Bertani».
All’esposizione saranno legate diverse attività, dalla mostra del Politecnico di Milano (Polo di Mantova) in occasione di MantovArchitettura a quella di Palazzo Te “Giulio Romano. Arte e Desiderio nel Rinascimento”, dai focus sull’artista nell’ambito di Festivaletteratura e Segni d’Infanzia a Mantova fino alla caspule collection a cura dell’azienda mantovana di menswear Lubiam.