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Funziona l’aiuto per chi perde lavoro nel distretto della calza

Soddisfazione dei promotori per i ricollocamenti. «Le nuove crisi impongono di trovare ancora sostegno»

Francesco Romani
1 minuto di lettura


CERESARA. Saranno presentati venerdì 15 febbraio 2019 i risultati del progetto “Azione di rete - distretto della calza” che si è posto l’obiettivo di ricollocare al lavoro le persone fuoriuscite dai calzifici Csp e Lvt. Un’impresa che poteva sembrare impossibile visto che si trattava per la maggioranza di donne con un’età superiore ai 45 anni.

Ma che invece ha dato risultati più che buoni al punto da poter essere già visto come un possibile salvagente da replicare per le future crisi del settore, le cui avvisaglie negative sono purtroppo già in atto con le recenti crisi dei calzifici Mura (32 dipendenti in cassa integrazione), Franzoni (26 licenziamenti) e della stessa Csp International(90 dipendenti in cassa).

Tutto parte a febbraio del 2017 quando a Ceresara, il Comune sede della Csp, tira aria di crisi. La società è quotata alla Borsa Italiana e produce calze, collant, intimo, costumi da bagno, maglieria e articoli moda, con i marchi Sanpellegrino, Oroblù, Lepel, Le Bourget, Liberti, Well, Cagi, Perofil e Luna di Seta. La crisi morde duro e il Comune si attiva preventivamente per attutire le conseguenze di eventuali esuberi coinvolgendo istituzioni e reti sociali. Ne nasce un progetto firmato a più mani dalla Provincia, dal Comune di Ceresara, dall’Azienda speciale distretto di Asola, dai sindacati di settore (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil) e dalla stessa Csp. Partner operativi: la cooperativa SolCo, Consorzio nato nel 1991 che oggi mette in rete 21 imprese sociali; Mestieri Lombardia braccio operativo della rete Solco lombarda nel settore lavoro; Ial Lombardia, Manpower.

Il problema di partenza è che del centinaio di persone rimaste senza lavoro a fine 2017, la maggioranza è costituita donne, over 45, con bassa scolarizzazione e una lunghissima permanenza nella stessa azienda dove per almeno vent’anni ha svolto mansioni che oggi non esistono più perché automatizzate, delocalizzate o esternalizzate. Un identikit che le condannava a rimanere disoccupate. L’azione intrapresa ha conseguito intanto il risultato di catalizzare azioni positive. Coinvolgendo la stessa azienda Csp, che ha contribuito mostrando responsabilità sociale; quindi facendo nascere un fondo comunale (10mila euro) previsto dal Comune di Ceresara per i disoccupati, ma oggi fatto proprio dal distretto di Asola, infine creando come sbocco della filiera rapporti con le aziende di ricerca personale che si sono prestate alle operazioni di scouting, ovvero di esplorazione del mercato per far collimare ricerca ed offerta di lavoro.

I risultati saranno presentati in conferenza, ma già ora soddisfano i promotori. Convinti che la ricollocazione di persone di difficile spendibilità sul mercato del lavoro e superando anche gli indici nazionali per queste operazioni, sia una strada da perseguire attivamente in questa fase nella quale la crisi del settore calza sembra essere ritornata a livelli preoccupanti. 




 

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