MANTOVA. Il referendum consultivo sulla Grande Mantova difficilmente si farà. La commissione affari istituzionali della Regione ha bocciato a stragrande maggioranza (solo i Cinque Stelle hanno votato a favore) il progetto di legge di iniziativa popolare per la fusione di Mantova, Porto, San Giorgio-Bigarello, Curtatone e Borgo Virgilio in un unico Comune da 111.104 abitanti su 224,45 chilometri quadrati. Solo il consiglio regionale, a cui la proposta sarà trasmessa a metà marzo, potrebbe ribaltare la situazione e indire la consultazione ma, a questo punto, visto lo schieramento delle forze politiche (Lega, Forza Italia e Pd hanno fatto fronte comune per il no), appare molto improbabile.
Delusi i promotori del Comitato popolare, i consiglieri comunali Giuliano Longfils di Forza Italia e Michele Annaloro di M5S. È stato grazie a loro che sono state raccolte in nemmeno tre mesi 5.700 firme, con banchetti sotto il sole e la pioggia, collezionando anche due multe a testa di oltre 180 euro dal Comune per occupazione abusiva di suolo pubblico. «Confidiamo nel consiglio regionale - afferma Longfils - Se si adeguerà o è la legge, fatta apposta per partire dal basso, che non va, oppure sono state buttate vie 5.700 firme, impedendo ai cittadini di esprimersi».
Il presidente della commissione, Alessandra Cappellari, ha preannunciato un ordine del giorno: «Concordo che inizi un vero e proprio percorso per capire se ci sono veramente le condizioni per arrivare alla Grande Mantova. Le questioni sul tappeto da valutare sono complesse, come ad esempio la fiscalità; sarebbe opportuno fare uno studio di simulazione in modo tale che cittadini e amministratori siano in grado di fare scelte consapevoli».