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Piene del Po, no dei sindaci del Basso Mantovano alla tracimazione controllata in alcuni tratti arginali

Primi cittadini compatti nel respingere l’ipotesi della sperimentazione per gestire i casi di piena avanzata dall’Autorità di Bacino e da Aipo : urge confronto con i vertici delle Regioni Lombardia e Emilia Romagna

Oriana Caleffi
1 minuto di lettura

SAN BENEDETTO PO. È un no unanime la risposta dei sindaci al progetto di sperimentazione di una tracimazione controllata in alcuni tratti arginali del Po e dei suoi affluenti sostenuto dall’Autorità di Bacino e da Aipo. Questa la decisa presa di posizione emersa nell’incontro che si è tenuto il 15 febbraio mattina a San Benedetto Po. Vi hanno partecipato i sindaci mantovani dell’asta del Po del Destra e Sinistra Secchia insieme con i sindaci emiliani di Reggiolo, Guastalla, Luzzara, Gualtieri, che fanno parte del Consorzio di Bonifica “Terre dei Gonzaga”, rappresentato anche dalla presidente Ada Giorgi.

La preoccupazione condivisa da tutti i primi cittadini è che si approfitti del progetto finanziato dalla Regione Lombardia per 15milioni, finalizzato all’innalzamento degli argini maestri nei sette punti rimasti più bassi dopo la piena del 2000 (uno di questi corrisponde al tratto tra Bardelle e Mirasole), per introdurre una prima sperimentazione di tracimazione controllata.

Dopo l’incontro di giovedì 14 febbraio dei sindaci con il direttore dell’Autorità di Bacino e di Aipo, è stata analizzata anche la risposta all’interrogazione della consigliera regionale Barbara Mazzali indirizzata all’assessore regionale Pietro Foroni.

A conclusione dell’incontro il dibattito è stato sintetizzato in due punti giudicati imprescindibili. Al primo punto le ragioni del no le spiega con chiarezza, a nome di tutti, Roberto Lasagna, sindaco di San Benedetto, che con i monaci è stata il laboratorio delle prime arginature del grande fiume. «Siamo contrari – chiarisce Lasagna – a qualsiasi forma di tracimazione controllata degli argini maestri, anche in casi estremi. Abbiamo un territorio ricco di attività agricole e di allevamento, per il quale ci sforziamo di proporre progetti di attrattività. È chiaro che non vogliamo vederlo penalizzato. Per questo auspichiamo un confronto rapido con la Regione Lombardia e la Regione Emilia-Romagna».

«Le soluzioni tecniche per contenere le acque del Po nei casi di eventi meteorologici eccezionali – continuano gli amministratori – non sono di nostra competenza, ma siamo in dovere di chiedere che siano perseguiti studi legati solo al coinvolgimento e all’utilizzo delle golene aperte e chiuse entro gli argini maestri del fiume». Concordemente i sindaci hanno anche auspicato che su questo problema ci siano scelte condivise con il territorio, cosa d’altronde caldeggiata dallo stesso Foroni.

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