Va al pronto soccorso per un mal di schiena e scopre di avere un tumore di 3 chili e mezzo
Stanca dei dolori che duravano da anni un mese fa si reca in ospedale per una visita. L'ecografia evidenzia una lesione di dimensioni record: 30 centimetri per 20. Subito operata, sta bene e oggi sarà dimessa. Il primario chirurgo di Pieve di Coriano: "La massa aveva spostato alcuni organi dalla parte opposta e dopo l'asportazione del tumore abbiamo dovuto ricollocarli nella loro sede naturale"
Roberto BoPIEVE DI CORIANO. Quegli strani disturbi duravano da anni. Un po’ di dolore al fianco e alla schiena e le gambe che di tanto in tanto si gonfiavano.
Ma non gli ha mai dato peso e così tutto si risolveva con qualche antidolorifico. Fino a quando però anche gli analgesici non hanno più fatto effetto. Così, poco più di un mese fa, si è recata al pronto soccorso dell’ospedale di Pieve di Coriano: «Non sto bene – ha detto ai medici – e ho uno strano gonfiore alla parte destra dell’addome». Esami immediati, ecografia compresa, e la sconcertante scoperta che ha lasciato allibiti anche i sanitari di lungo corso: la pensionata di 70 anni aveva un tumore di tre chili e mezzo e dalle dimensioni record di 30 centimetri per 20. La lesione, tra l’altro, aveva occupato tutta la parte destra dell’addome e aveva spostato a sinistra gli altri organi come fegato, rene e parte dell’intestino.
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Martedì scorso, dopo una serie di riunioni tra gruppi multidisciplinari composti da chirurghi, radiologi, oncologi e radioterapisti, la struttura di Chirurgia Generale dell’ospedale di Pieve ha deciso di intervenire. L’eccezionale intervento di asportazione della consistente massa tumorale è durato parecchie ore ed è perfettamente riuscito.
La 70enne probabilmente sarà dimessa nella giornata odierna e attenderà l’esito degli esami istologici il cui responso è previsto tra una decina di giorni. I sanitari non si sbilanciano ma sono tutti concordi a non ritenere il tumore ad alta malignità, semplicemente perché altrimenti la donna non sarebbe sopravvissuta negli anni con una lesione così grande.
A quanto risulta nessuno in ospedale ricorda un tumore di queste dimensioni. «È stato un intervento molto delicato – precisa il primario di Chirurgia Generale, Stefano Benedetti – visto che la lesione intaccava gli altri organi che abbiamo dovuto ricollocare nella loro sede. Difficile stabilire l’origine quando raggiunge queste dimensioni anche se probabilmente era ai tessuti nella zona del retroperitoneo. Abbiamo dovuto procedere con molta cautela, per evitare tra l’altro danni alla vena cava e all’aorta. È stata molto importante la fase preparatoria».
«Gran parte della nostra attività – spiega ancora Benedetti – riguarda la chirurgia oncologica. Il tumore più frequente sul quale interveniamo è quello al colon-retto». La Chirurgia Generale dell’Asst di Mantova, tra l’altro, si colloca tra le eccellenze lombarde per il ricorso alla tecnica laparoscopica, utilizzata nel 75-80% degli interventi.
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