Emergenza immigrazione, il manifesto dei camici bianchi
Quarantasei professionisti tra medici e infermieri fanno appello ai principi fondanti della loro professione. E i cittadini firmano in massa
MANTOVA. La premessa è doverosa: «Ci auguriamo solo che il nostro documento non venga interpretato come una posizione politica. Siamo un gruppo di medici e infermieri che ha sentito il bisogno di esprimere una chiara posizione sulle emergenze umanitarie legate all’immigrazione. Il nostro richiamo è puramente etico e legato ai principi fondanti della professione medica e infermieristica».
Due medici e un dirigente dell’Ats Val Padana, tutti e tre in pensione – alla fine sono 46 i camici bianchi hanno aderito all’iniziativa – hanno redatto un documento sul tema immigrazione che hanno sottoposto all’attenzione di colleghi, associazioni e privati cittadini. E la risposta è stata pressoché immediata: le loro considerazioni sono state già sottoscritte da più di una ventina di associazioni mantovane e da 160 privati cittadini.
Tra i promotori dell’iniziativa l’ex primario del Malattie Infettive del Poma, Paolo Costa, la dottoressa Giovanna Cavazzini, oncologa per più di 30 anni all’ospedale di Mantova, e Riccardo Peasso, ex responsabile delle Cure Primarie dell’Ats.
Il documento è già piuttosto esauriente nell’intestazione: “Documento di fedeltà ai principi della professione medica e infermieristica, della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale di Diritti Umani”.
L’appello è ai principi della professione sanitaria, con riferimenti al giuramento di Ippocrate, ai codici di deontologia del medico e degli infermieri, alla Costituzione e alla dichiarazione universale dei diritti umani. «Nei vari articoli è scritto tutto e in modo chiaro – spiegano i tre – basterebbe andare a rileggere il contenuto. Richiamando il grande messaggio che ci viene dai nobili documenti, frutto dell’esperienza storica e del pensiero umano più alto, di cui vogliamo essere eredi e testimoni, come medici, infermieri e cittadini vogliamo affermare con forza il nostro inequivocabile dissenso nei confronti di qualunque modello culturale, sociale e politico che giustifichi o addirittura adotti comportamenti irrispettosi dei principi formulati da questi pilastri della professione sanitaria».
Il documento in pochissimi giorni ha ricevuto l’adesione delle seguenti associazioni (oltre a 160 privati cittadini): Amnesty gruppo Lomo79, Anlaids Mantova, associazione Benin-Togo Everest Castiglione, Caritas Diocesana, Centro multidisciplinare immigrazione coop Santa Lucia Asola, Chiesa Valdese, Aps Colibrì, Comunità Mantovana Movimento dei Focolari, Con Vista sul Mondo, Equatore Castiglione delle Stiviere, Il Faro, Gruppo In Silenzio per la Pace di Mantova, Gli Sherpa, Libera, Mantova per la pace, Comitato Mantova Solidale, Maria Bianchi, Refugees Welcome Italia, Senegalese Keur-Gui Castiglione delle Stiviere, Solidarietà Incontro Marocchini Mantova. Per chi volesse ancora aderire la mail è: mantovasolidale@libero.it.
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