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Il prefetto di Mantova: i sindaci denuncino le infiltrazioni mafiose

Assemblea a Palazzo di Bagno. L'invito di Bellantoni: «Non sottovalutate la criminalità organizzata. Nessuno può dire che la mafia non esiste in un certo posto»

Sandro Mortari
1 minuto di lettura

MANTOVA. «Nessuno può dire che la mafia non esiste in un certo posto». Scandisce le parole il prefetto Carolina Bellantoni di fronte all’assemblea dei sindaci, chiamata a riflettere sul problema sicurezza nel Mantovano. Con lei c’è anche il questore Paolo Sartori, che il presidente della Provincia Beniamino Morselli ha voluto per completare il quadro.

«Voglio ascoltare i sindaci» ha esordito il prefetto che ha esaltato «l’efficienza del territorio» sul fronte della collaborazione tra istituzioni e la «sua grande capacità di fare rete». Ai primi cittadini ha rivolto un accorato appello: «Non sottovalutate la criminalità organizzata. Nessuno può dire che la mafia non esiste in un certo posto. I sindaci devono essere il primo faro acceso sul luogo dove può essere intercettato il primo tentativo di condizionamento. Li invito, dunque, a segnalare qualsiasi elemento che possa far pensare ad un’infiltrazione mafiosa nel loro territorio».

Bellantoni ha ricordato un aneddoto: «In un incontro gli imprenditori mi hanno detto che siamo severi con le imprese e che molte non vengono inserite nella white list e, così, non riescono a lavorare. Ho risposto che i segnali di criminalità organizzata ci sono stati da noi e che continueremo ad essere severissimi, ma anche le amministrazioni locali lo devono essere, non devono farsi corteggiare e devono controllare gli appalti».

Il questore ha parlato di «ottima sintonia» col prefetto e di «massima attenzione a tutto il territorio provinciale, dove è fondamentale la collaborazione con i sindaci che sono autorità di pubblica sicurezza dove non c’è un commissariato». Ha ricordato il suo impegno nella lotta al consumo di alcol da parte dei minori, con la chiusura dei locali dove veniva venduto, e al gioco d’azzardo, «ma per le sale gioco serve che i sindaci emettano più ordinanze restrittive».

E ha concluso: «Siamo pronti a concordare con i sindaci delle operazioni di controllo in quartieri problematici con i reparti speciali, come è stato fatto a Guidizzolo». Poi, casi particolari e riflessioni. A Castel Goffredo, «abbiamo dei marocchini ubriaconi, ma in regola coi documenti, che infiammano certi quartieri» ha detto il sindaco Prignaca; Palazzi (Mantova) ha ricordato l’importanza delle telecamere che «i Comuni possono acquistare partecipando a bandi per aree in collaborazione con prefetto e questore». Torchio (Bozzolo) ha messo in rilievo la scarsità di fondi a disposizione dei Comuni e degli organici delle forze dell’ordine; problema, quest’ultimo, ripreso anche dal prefetto: «Tutti gli organici dello Stato qui sono in sofferenza».

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