L’Ats: ancora poche le certezze sul problema della legionella
La risposta alle sollecitazioni del sindaco di Asola: non possiamo ancora trarre conclusioni dalle analisi, ma continueremo nelle indagini
ASOLA. «Ad oggi le evidenze acquisite non permettono di trarre conclusioni definitive sulla causa dell’epidemia. Pertanto Ats Val Padana continuerà nel 2019 con l’attività di controllo (campionamenti) e analisi sul territorio e sulle potenziali fonti di emissione: ciò significa un continuo presidio della zona interessata in particolare nella stagione calda».
A poche ore dalle sollecitazioni del sindaco di Asola, Raffaele Favalli, che attraverso la Gazzetta in edicola martedì 26 febbraio chiedeva alle autorità sanitarie «risposte sulla legionellosi», sulle sue cause e su cosa fare per evitare il ripetersi del fenomeno nella prossima estate, arriva la replica dell’Ats.
Si parte dalla ricostruzione di ciò che avvenuto nel 2018. A seguito «dell’aumento dell’incidenza dei casi di polmonite Ndd in alcuni comuni del Basso bresciano e dell’Alto mantovano, la cui causa in seguito al fenomeno di aumento delle polmoniti è stata correlata alla legionella, l’Ats Val Padana, al fine di tutelare la salute della popolazione, ha condotto vari controlli sia in prossimità dell’evento sia nei mesi successivi: a domicilio dei pazienti, in pozzi privati, nelle fontanelle pubbliche a verifica dell’acqua degli acquedotti, nel fiume Chiese e nelle torri di raffreddamento delle aziende del territorio. Si precisa inoltre che nei controlli effettuati (anche in prossimità dell’evento) è stata verificata l’acqua utilizzata dalle aziende del territorio e si specifica che il Chiese, proprio per le sue caratteristiche di scarsezza di acqua nel periodo estivo, non è utilizzato per le attività di raffreddamento degli impianti».
In tali indagini, realizzate con il supporto tecnico scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e condivise con Regione e con il Ministero, «sono state individuate alcune correlazioni tra fonti ambientali e fonti biologiche identificando la legionella di sierotipo 2 come agente patogeno di riferimento per il fenomeno epidemico. Tali indicazioni, di interesse, non sono da considerare risolutive in quanto non sono sufficienti a chiarire la dinamica del fenomeno del settembre 2018, che ha avuto caratteristiche di eccezionalità. In particolare, non vi sono evidenze che l’acqua del fiume sia stata aerosolizzata coprendo l’area in cui si sono verificati i casi».
Dunque, il caso è ancora aperto. Nel frattempo, «l’elaborando piano dei controlli di Ats 2019 prevederà una specifica attenzione alla legionella, controllando le potenziali fonti di esposizione presenti nella zona interessata dalla problematica, nonché in strutture alberghiero». Quanto alla prevenzione, servirà attenzione «nella formulazione dei pareri edilizi, laddove nel progetto vi sia la realizzazione di una torre di raffreddamento, che si concretizza nella richiesta di predisporre un manuale di autocontrollo per il rischio da legionella». Infine «sono in corso di preparazione indicazioni utili al singolo cittadino per la prevenzione in ambiente domestico».
I commenti dei lettori