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Mantova, la mostra su Giulio e l’ostacolo inatteso: il Tar boccia l’avviso della Fondazione Te

Ricorso di MondoMostre Skira: leso principio di concorrenza. Baia Curioni: «Già annullato e rifatto, il ricorso così decade»

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA.Troppo selettiva quella indagine di mercato con cui Fondazione Palazzo Te cercava partner a cui affidare i servizi per l’organizzazione della grande mostra su Giulio Romano. Quasi un modo per limitare la partecipazione e, quindi, la concorrenza. Così avrà pensato MondoMostre Skira, uno dei maggiori organizzatori di mostre come si definisce sul suo sito internet, quando ha deciso di far partire il ricorso al Tar di Brescia per chiedere l’annullamento, previa sospensione, di quell’avviso che dava il la all’indagine di mercato propedeutica alla gara vera e propria. Il giudice monocratico l’ha esaminato e ha emesso il decreto con cui lo accoglie, predisponendo la sospensione dell’avviso e rinviando l’esame alla camera di consiglio di oggi per una decisione collegiale sull’istanza cautelare.

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Un fulmine a ciel sereno che ha bloccato l’intera procedura messa in piedi dalla Fondazione per l’organizzazione della mostra in programma nella reggia estiva dei Gonzaga dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020 e di tutte le iniziative collaterali. Il decreto è stato emesso il 13 febbraio (e reso noto solo martedì 24 febbraio) e ha sospeso, ad un giorno dalla scadenza, l’avviso. Poco male, fanno sapere da Palazzo Te. «Abbiamo rifatto l’avviso - spiega il direttore Stefano Baia Curioni - introducendo criteri di partecipazione che lo rendono meno selettivo del precedente e, quindi, più aperto (offerte entro le ore 12 dell’8 marzo, ndr). Abbiamo annullato il vecchio e, quindi, secondo i nostri legali questo fa decadere il ricorso». «Vedremo» replicano i legali di MondoMostre Skira in attesa che oggi in camera di consiglio il Tar esamini la revoca in autotutela del vecchio avviso.

«Non avremmo mai fatto niente di irregolare o che non fosse aperto alla concorrenza» commenta il direttore che, in un comunicato ufficiale, ricostruisce quanto è successo: «La Fondazione ha pubblicato un avviso pubblico di indagine di mercato per l'individuazione e la selezione di operatori economici da invitare alla procedura negoziata per l’affidamento dei servizi per la realizzazione delle future iniziative dedicate a Giulio Romano a Palazzo Te. Una delle aziende potenzialmente interessate ha presentato ricorso al Tar, che ha decretato la sospensione cautelare della procedura». Conseguentemente, il cda, per « garantire la massima concorrenza tra gli operatori del mercato e non rallentare la concretizzazione delle attività oggetto della procedura, ha deliberato la revoca della procedura e indetto un nuovo procedimento pubblicato il 22 febbraio». «Comunque - precisa al telefono Baia Curioni - al nostro precedente avviso avevano risposto in molti, segno che tanto selettivo non era».

Cosa è cambiato dal primo al secondo bando? È stata allargata la platea degli operatori che potevano partecipare richiedendo un’esperienza nel settore che da sei anni del primo è passata a tre. È stato anche modificato il fatturato necessario delle imprese partecipanti: da 4.080.000 di fatturato globale annuo (il doppio del valore del servizio che andrà in appalto) negli ultimi tre anni che una società avrebbe dovuto avere, ad un fatturato globale medio negli ultimi tre anni di 4.080.000. Per rendere più appetibile la gara sono stati ampliati anche i servizi richiesti e incrementata la parte economica spettante al vincitore. E così, il concessionario potrà riscuotere i biglietti d’ingresso al Te (e girarne una percentuale alla Fondazione) e ricevere dalla Fondazione 165mila euro (Iva esclusa) da destinare alle attività di marketing e di comunicazione più altri 50mila (prima questo intervento economico della Fondazione non era previsto). Restano i 20mila euro che il concessionario dovrà versare alla Fondazione come canone.
 

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