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Quota 100, per Salvini sono 415 i mantovani ad aver fatto richiesta

Il vice premier: «Sono già 70mila le adesioni in tutta Italia. Ne sono orgoglioso». I sindacati: «Sistema iniquo che impoverisce i pensionati»

Nicola Corradini
1 minuto di lettura

MANTOVA. Sono 415 le richieste all’Inps per la pensione attraverso il meccanismo di quota 100 presentate da lavoratori nel Mantovano. A diffondere il dato è un soddisfatto Matteo Salvini. Il ministro degli Interni e vicepremier leghista ha presentato i primi dati generali dell’operazione (quota 100, come il reddito di cittadinanza, è contenuta nel decretone al vaglio del Senato e che dovrebbe essere varato oggi), con una dichiarazione che fa riferimento anche al dato locale di richieste per ottenere la pensione anticipata.

«Sono orgoglioso dei risultati di quota 100, con circa 70mila adesioni in tutta Italia di cui 415 a Mantova - spiega il vice premier - È un altro risultato di questo governo, per il quale mi sono speso con particolare impegno. Chi ha il sacrosanto diritto di smettere di lavorare può farlo, e lascia spazio a giovani in cerca di lavoro. Alla faccia della Fornero. Dalle parole ai fatti».

Un emendamento approvato in Senato permetterà a Regioni e Comuni di tener conto per ciascun anno, sia delle cessazioni dal servizio del personale di ruolo verificatesi nell’anno precedente, sia di quelle programmate nello stesso anno. Il ministero della Giustizia potrà inoltre procedere già da metà luglio ad assumere 1.300 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato, in deroga al blocco fino a novembre disposto per tutta la pubblica amministrazione dalla legge di bilancio.

Critici i sindacati dei pensionati mantovani. «Le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil - riferisce Carlo Falavigna dello Spi Cgil provinciale - hanno incontrato lunedì il sottosegretario per confrontarci su questo tema. Riteniamo che quota 100 sia una risposta molto parziale rispetto alle aspettative. Sulla materia pensionistica non si può risolvere le questioni poste dalla riforma Fornero con quota 100. È un sistema che impoverisce i pensionati, perché ha bloccato la perequazione. A pagarne le conseguenze saranno i giovanissimi, che riceveranno pensioni povere. Inoltre vengono penalizzati i lavori discontinui, come nel settore edile. Si tratta insomma di una modalità iniqua e il ministro dovrebbe spiegare queste cose». 
 

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