Strade al veleno: i sindaci del Basso Mantovano fanno fronte comune
Interessati dall’inchiesta dell'Antimafia di Venezia soprattutto i piazzali privati. I primi cittadini: «Ma il pericolo è di tutti, ci costituiremo parte civile»
Daniela Marchi MANTOVA. I sei Comuni del Basso Mantovano, coinvolti involontariamente nell’indagine sulle “strade al veleno”, potrebbero costituirsi parte civile in una causa comune. . La situazione in queste ore è in fase di valutazione, i sindaci di Ostiglia, Poggio Rusco, San Benedetto Po, Sermide e Felonica, San Giovanni del Dosso e Magnacavallo si sono incontrati ieri in Provincia, dove era fissato un incontro su altri temi, e tutti quanti hanno espresso la volontà di tutelarsi per vie legali di fronte a possibili danni per la salute dei cittadini e a possibili danni economici per i propri comuni, in caso di necessarie bonifiche.
L’indagine, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia è durata un paio d’anni e ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per tre imprenditori veneti accusati di gestione illecita di rifiuti, ceneri pesanti, scarti di demolizioni, venduti a costi concorrenziali a enti pubblici e a privati come “conglomerato ecologico certificato”, “concrete grenne” per realizzare strade e piazzale ma, alla luce delle indagini, non sottoposto alla decontaminazione.
Un centinaio i Comuni coinvolti, nelle province di Verona, Padova, Rovigo, Mantova, Modena, Ferrara e Bolgona. Secondo quanto riferito dai sindaci dei sei comuni mantovani sentiti, appalti pubblici per il rifacimento di asfalti con gli imprenditori sotto inchiesta sarebbero solo due: a Magnacavallo, un breve tratto di 500 metri in via Madonnina sinistra e a San Benedetto Po, un tratto di un chilometro e mezzo in strada Arginello Schiappa a Brede, opera non realizzata direttamente dal Comune - come spiega il sindaco Roberto Lasagna - ma da un privato come intervento compensativo di un impianto a biogas. Svariati invece i privati che hanno realizzato passi carrai o piazzale adiacenti alle aziende.
«Nel nostro territorio - spiega Arnaldo Marchetti primo cittadino di Magnacavallo - ci sono almeno 7-8 aziende agricole che hanno fatto piazzali con queste imprese. Si sono presentati con i depliant offrendo forti ribassi: facevano sbancamento, lavoro con materiali sottocosto e al privato restava da pagare solo una piccola quota per il trasporto. Sembravano anche lavori ben fatti. Poi un anno fa sono arrivati i carabinieri della Forestale ad informare tutti che qualcosa non andava. Io mi auguro solo che si riesca a dimostrare la salubrità di questi materiali perché di fronte a possibili bonifiche, ci sono aziende che andranno davvero in crisi».
A Ostiglia - dichiara il sindaco Valerio Primavori - sono stati realizzati due piazzali privati; a San Giovanni del Dosso, spiega il sindaco Angela Zibordi, un hangar privato per deposito attrezzi; solo opere private anche a Sermide e Poggio Rusco, come confermano l'ufficio tecnico del primo e il sindaco Fabio Zacchi nle secondo. Due gli obiettivi che i sindaci si sono posti: sollecitare Arpa affinché compia carotaggi in tutti gli asfalti sotto accusa, per capire l’effettiva pericolosità delle sostanze ed intentare una causa legale comune, con relativa costituzione di parte civile.
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