MANTOVA. La “stronza”, come lui l’aveva ribattezzata, ha vinto ai calci di rigore al termine di una partita lunga più di 10 anni e durante i quali Marco le ha dato parecchio filo da torcere.
Marco Sguaitzer, 59 anni, ex giocatore del Mantova e del Suzzara, testimonial della lotta alla Sla, si è spento sabato 2 marzo alle 7 nella sezione di terapia intensiva della Pneumologia del Carlo Poma dove era stato ricoverato 23 giorni fa dopo l’aggravarsi delle sue condizioni a causa di una polmonite. È sempre rimasto cosciente, illuminato dal dolce sorriso della moglie che gli è rimasta accanto fino alla fine.
«È un miracolo che sia sopravvissuto così a lungo con questa grave patologia degenerativa – ha commentato ieri mattina un medico che lo ha avuto in cura – la sua grande voglia di vivere e il suo ottimismo sono stati la sua medicina».
Il simbolo della lotta alla sclerosi laterale amiotrofica, condotta con l’autobiografia, post sui social network, blog e lezioni pubbliche, se n’è andato circondato dall’amore della moglie Aiste (sposata il 26 maggio 2016) e dall’affetto di amici e conoscenti che anche ieri lo hanno ringraziato «per averci insegnato il coraggio e la gioia di vivere». La camera ardente sarà allestita oggi dalle 10 alle 20 e domani dalle 10 alle 15 nella sala degli Stemmi di Palazzo Soardi in via Frattini.
La notizia della sua scomparsa ha surriscaldato i social, sui quali sono subito arrivate centinaia di messaggi di cordoglio. Non si è mai posto limiti Marco e “Senza limite alcuno” è il titolo del suo libro che raccoglie fondi per la ricerca e sensibilizza l’opinione pubblica infondendo coraggio agli altri ammalati.
La storia di Marco è un inno alla vita in tutte le sue sfaccettature, dallo sport, ai viaggi, al divertimento. Bello ed elegante da fare invidia, pieno di ragazze ai tempi del liceo, sano e sportivo. Questo nella prima vita. Poi la seconda, con la malattia diagnosticata nel 2008 e che da anni lo aveva stoppato, rendendolo tanto immobile quanto veloce nel trasmettere sensazioni, gioie e dolori.
Doppie nozze le sue: le prime celebrate con lo sport e il divertimento, le seconde con Aiste, alla quale ha chiesto la mano durante la cerimonia di consegna dell’edicola del “Virgilio d’oro” a Palazzo Te il 28 dicembre 2015 e che Marco ha reso straordinariamente commovente tramite la lettura di una lettera affidata a un’amica e sfociata nella parte finale con il classico “mi vuoi sposare?” rivolto al suo angelo custode.
Il suo motto era tutto mantovano, “mai molar”, e Marco non ha mai mollato, portando avanti la sua battaglia attraverso le tantissime iniziative con la fondazione “Marco S. No alla Sla”. A metà dicembre dell’anno scorso oltre 150 persone hanno partecipato al Mascara alla festa ideata con Alessandro Martini e Claudia Cominotti per celebrare i dieci anni dall’inizio della lotta alla Sla.
Ai suoi eventi la risposta era di massa (700 persone al Palabam nel 2015) e chi non riusciva ad essere presente faceva arrivare la sua vicinanza attraverso i social, sui quali Marco scriveva grazie al lettore ottico. E dopo le tante fotografie di calciatori e artisti con il suo libro tra le mani, oggi a Napoli sarebbe stato il turno di Cristiano Ronaldo.
Il più bel regalo per Marco era però arrivato nel dicembre del 2017 quando la moglie Aiste, l’avvocato Sebastiano Riva Berni e l’amica Silvia Facchini erano riusciti a far avere una copia di “Senza limite alcuno” a Papa Francesco.
Il libro era stato consegnato all’entourage del pontefice prima del viaggio in Asia. L’autobiografia ha fatto il giro del globo e ogni tanto è facile vedere sul web personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport farsi un selfie per sponsorizzare la sua vendita a fini benefici. È questa l’eredità di Marco, un regalo a tutte le persone che soffrono e a tutti quelli che non hanno mai messo un limite alla bellezza della vita.
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