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Colpo alle casse della ’ndrangheta Confiscati beni per 40 milioni

Nel Mantovano si tratta dell’azienda Trasmoter di via Ghisiolo e di 12 appartamenti a Viadana e a Goito

Rossella Canadè
2 minuti di lettura



Poker d’assi contro la cosca di Grande Aracri, che lascia sul tavolo beni per 40 milioni di euro in sei province. La Guardia di finanza di Cremona, grazie alle carte delle condanne definitive di esponenti della ’ndrangheta cutrese che si erano stabiliti tra la Lombardia e l’Emilia, ha confiscato immobili, capannoni, appartamenti, società e un intero parco di camion autoarticolati, che da ieri sono diventati ufficialmente patrimonio dello Stato.

nel mantovano

Tra questi, 12 immobili tra Viadana e Goito, un’auto a Dosolo, e la Trasmoter, una srl di Mantova fallita nel 2015: tutti beni, per 400mila euro, intestati a prestanome riconducibili a Giuseppe Giglio, l’imprenditore diventato collaboratore di giustizia e condannato a 6 anni di reclusione nell’Appello del processo Aemilia.

la ragnatela

Secondo le indagini, a cui hanno collaborato le Fiamme gialle di Crotone, i condannati, per mettere a segno il loro piano ai danni degli imprenditori, si erano serviti di società fasulle i cui bilanci apparivano perfettamente regolari grazie alla complicità di professionisti conniventi: oltre 20 milioni le fatture false scoperte. I proventi illeciti sono stati quindi riciclati attraverso investimenti diversificati: in complessi immobiliari, in strutture turistico-alberghiere, in società agricole, in società edili e immobiliari, in imprese di trasporti e logistica.

l’usura

Le indagini sono state aperte in seguito a una vicenda di usura ai danni di un imprenditore cremonese da parte di un usuraio piacentino. Gli approfondimenti e l’analisi dei flussi finanziari - poi confluiti nell’operazione Aemilia - hanno consentito di portare alla luce ulteriori episodi commessi ai danni di imprenditori emiliani. In un caso è stato accertato un prestito sul quale è stato applicato un interesse del 200%. A fronte di 700mila euro la vittima è stata costretta e restituirne oltre un milione.

la società

La Trasmoter srl è una società di trasporti e ingrosso materiali edili che aveva sede in via Ghisiolo, con una trentina di addetti. Il capitale sociale, 10mila euro, era interamente detenuto da Valter Zangari, crotonese di 47 anni residente a Montecchio Emilia. Zangari, cugino di Giglio, è stato condannato in primo grado in Aemilia a 2 anni e 11 mesi. L’uomo si difende dicendo che aveva bisogno di lavorare, di guadagnare qualcosa per sfamare la famiglia numerosa, moglie e quattro figli e di essere finito fra gli artigli di Giglio diventando un esecutore dell’imprenditore senza mai mettere parola od occuparsi su quanto accadeva nelle società che gli erano state intestate per eludere le misure di prevenzione patrimoniale. Una versione confermata da Giglio.

I SEQUESTRI

Nel 2015 alla Trasmoter le Fiamme gialle misero i sigilli del sequestro, prelevando carte, fatture e documenti. Tutti portavano agli affari sporchi della cosca. Su conti correnti aperti su un istituto bancario di Mantova, le Fiamme gialle trovarono passaggi di milioni di euro. Sono sempre riconducibili al pentito Giglio, considerato una figura cardine dell’organizzazione criminale, l’auto confiscata a Dosolo, gli appartamenti nel complesso immobiliare di via Manfrassina, a Viadana, gestiti da un suo dipendente, il geometra viadanese Luigi Serio, e altri 4 a Sacca di Goito. —





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