MANTOVA. Non è un perfetto sconosciuto per la polizia l’uomo che la sera del 15 marzo voleva entrare nella casa dell’ex moglie con un coltello da cucina. Quarantadue anni, siciliano, ufficialmente incensurato, ha precedenti di polizia: per diffamazione, minacce e percosse. Vecchie questioni, che risalgono a ventun anni fa.

L’obiettivo dei suoi attacchi era la stessa donna o altre persone? Su questo gli investigatori della polizia preferiscono non sbilanciarsi: di certo c’è la circostanza che il 1997 è l’anno di nascita del primo dei quattro figli della coppia, l’unico maggiorenne. Gli altri, che erano in casa con il fratello maggiore l’altra sera, hanno invece quindici, nove e sei anni.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Va a casa dell’ex moglie armato con un coltello da cucina]]

Dal 16 marzo la donna, 38 anni, è stata trasferita con i figli in una struttura protetta, lontano dagli attacchi dell’uomo. Una sistemazione provvisoria, in attesa che venga chiarito il quadro in cui è maturata l’incursione. Un agguato evidentemente premeditato e sul quale adesso l’attenzione della polizia è massima. A dimostrazione di questo il questore ha emanato una misura immediata nei confronti dell’uomo, oltre alla denuncia per porto abusivo di “oggetti atti ad offendere”: un ammonimento d’urgenza consentito dalla legge sullo stalking.

Si tratta di un avviso con cui si invita l’uomo a non ripetere condotte persecutorie. Se l’ammonimento non viene rispettato, scatta l’arresto immediato. Venerdì sera, agli agenti intervenuti dopo la chiamata dei figli, spaventati dalle urla, dalle minacce e dai colpi contro la porta del padre, l’uomo ha assicurato che era andato a casa della ex soltanto per parlarle.

Visto che lei era al lavoro, aveva intenzione di aspettarla: per questo insisteva così tanto per entrare. La sua spiegazione però non ha convinto i poliziotti che l’hanno perquisito: e hanno trovato il coltello da cucina nascosto in tasca. Su questo non ha fornito spiegazioni.