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Scavi senza sosta alla Collina dei veleni di Mantova: rimosse 17mila tonnellate di rifiuti

Syndial ha completato la costruzione della maxi tendostruttura mobile. Fine lavori prevista nel 2022

Monica Viviani
1 minuto di lettura

MANTOVA. Già 17mila tonnellate di rifiuti rimossi con l’obiettivo di completare l’intervento entro la fine del 2022. A trecento giorni dall’avvio degli scavi per la bonifica della Collina dei veleni, situata all’estremità sudorientale dello stabilimento Versalis, gli interventi procedono come da cronoprogramma. Syndial (società Eni che si occupa di risanamento ambientale) ha ormai completato la costruzione della tendostruttura mobile progettata e realizzata ad hoc per la rimozione della discarica ex Montedison con lo scavo, in ambiente confinato e protetto, di oltre 335mila tonnellate di rifiuti destinati allo smaltimento in impianti esterni autorizzati, italiani ed esteri.

[[(gele.Finegil.Image2014v1) COLLINA_WEB]]

Avanguardia in Europa

Per dimensioni e tecnologie di realizzazione, la tendostruttura ad arco ribassato è un progetto all’avanguardia a livello europeo: composta da sei arcate per una lunghezza complessiva di 70 metri, ha la peculiarità di spostarsi lungo l’area di intervento e di adattarsi alle variazioni della zona di scavo, che passerà dagli attuali 75 a 52 metri nel tratto terminale. L’intera struttura si sposta in sostanza man mano che i lavori procedono grazie a un sistema idraulico installato su binari di scorrimento. L’intero perimetro della collina è stato inoltre cinturato con tubo-palancola (chiamate combiwall): con 1.225 elementi metallici che sono stati infissi nel terreno a venticinque metri di profondità.

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Nessuna dispersione

La combinazione di tendostruttura e palancole «garantisce – fanno sapere da Syndial – il totale isolamento dell'area non solo rispetto alle matrici ambientali suolo e falda, ma anche rispetto alla componente aria». In sostanza gli scavi alla collina non avvengono a cielo aperto ma in un luogo confinato dalla struttura mobile progettata per annullare la possibile dispersione di contaminanti nell’ambiente grazie a un impianto di filtrazione e assorbimento che utilizza carboni attivi e assicura un costante ricambio d’aria durante le operazioni. Lo scopo è quello di assicurare elevati standard di sicurezza a lavoratori e ambiente circostante.

Il trattamento rifiuti

I rifiuti scavati vengono preparati e sigillati prima dell’invio a smaltimento in impianti esterni autorizzati. In questa prima fase sono già state rimosse circa 17mila tonnellate. Il passaggio successivo consisterà nel rinterro dello scavo con bonifica in loco della parte di suolo non asportata in quanto rientra nei limiti autorizzati per il ripristino ambientale.

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