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Lavorare da casa? Per più di tre mantovani su quattro fa bene alla salute

Indagine di Reale Mutua su luoghi di lavoro e salute. In ufficio, i principali fattori di rischio sono stress (35%) e postura (27%). Per chi svolge attività più fisiche, contatto con sostanze nocive (34%), cadute e infortuni (30%)

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MANTOVA. Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così l’86% dei mantovani, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile _ riduce lo stress (45%), dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (27%) e, perché no, permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (14%).
 
È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare (condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica), che ha indagato la percezione dei mantovani sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.
 
L'attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di oltre un mantovano su tre (35%), è lo stress, con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la postura (27%) e la sedentarietà (23%), mentre il 16% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista.
 
In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un'attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o l’esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (34%), seguito dall'eventualità di cadute e infortuni (30%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (14%).
 
Ma cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per oltre un mantovano su due (55%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (34%) e dall'inadeguatezza dell'ambiente di lavoro (27%). Per un ulteriore 18%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore.
 
L'azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I mantovani hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (64%), la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (25%), una polizza sanitaria (23%) e incontri con uno psicologo del lavoro (9%).
 
In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve garantire il rispetto delle normative (75%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (73%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (41%).
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