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Mantova, dubbi e paure sulla cartiera: l'Ats risponde ai residenti

L’epidemiologo Ricci non si sottrae alla domanda: se lei abitasse a Cittadella? «Il vostro traffico è infernale, questo mi preoccuperebbe più dell’inceneritore»

Igor Cipollina
2 minuti di lettura

MANTOVA. Nel setaccio della presentazione pubblica della Vis, la Valutazione dell’impatto sanitario della cartiera, sono rimasti alcuni dubbi e tanti timori. Eccoli messi in fila e girati al co-autore dello studio dell’Ats, l’epidemiologo Paolo Ricci.

Perché lo studio si è concentrato esclusivamente sulle morti trascurando le malattie?

«Perché soltanto per la mortalità sono disponibili le funzioni di rischio validate dall’Organizzazione mondiale della sanità. In ogni caso, sulla base dei tassi di mortalità per tutte le cause naturali della provincia di Mantova, e di prevalenza per tutte le malattie croniche, tumori compresi, abbiamo stimato che ad ogni decesso corrispondono 35 patologie croniche».

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Rapportando il dato alla cartiera, l’impatto atteso diventa di 9 patologie croniche all’anno sui 77.515 abitanti dell’area di ricaduta. Fa più impressione rispetto allo 0,26 di morti.

«Quando io dico “piccolo” e “grande” non esprimo una valutazione di tipo etico, ma comparativa rispetto alla totalità degli eventi prodotti dall’inquinamento di fondo. Nel caso in esame parliamo di 89 decessi all’anno, che corrispondono a 3.115 malattie croniche».

Perché prendete in esame solo le polveri sottili?

«Come per la mortalità, le funzioni di rischio sono disponibili soltanto per il pm2,5 e il pm10. E poi le polveri si caricano degli altri inquinanti: metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, pcb e diossine. Ci sarebbero anche gli ossidi di azoto, che comunque contribuiscono alla produzione del pm2,5. Insomma, le polveri sono buoni traccianti dell’inquinamento».

Ai contaminanti emessi dallo stabilimento andranno sommate le polveri del traffico che la cartiera genererà. Le avete considerate?

«Questa è materia della Valutazione integrata ambientale. Ma, omologando le polveri della produzione di carta a quelle dell’inceneritore, abbiamo sovrastimato le emissioni e riteniamo che questa sovrastima possa comprendere anche l’aspetto del traffico aggiuntivo. Tanto più se dal numero sottraessimo i mezzi utilizzati per il trasporto del pulper all’inceneritore di Brescia. Questo nel caso in cui l’oggetto dell’analisi fosse la sola cartiera senza inceneritore».

Dati alla mano, le concentrazioni di pm10 sembrano essere indipendenti dal contributo della cartiera. Il quadro non è già abbastanza compromesso da alzare le mani in segno di resa?

«Il discorso “tanto non cambia niente” può valere sia rispetto alla richiesta precauzionale sia, all’opposto, per la decisione di attivare comunque l’insediamento. Quello che realisticamente possiamo, e dobbiamo, fare è ridurre l’immissione di contaminanti in atmosfera, nell’impossibilità di governare il meteo».

Il quadro è sconfortante comunque lo si guardi.

«In una situazione di saturazione come quella di Mantova, ci sono due possibilità pratiche: o si decide di non modificare nulla dell’assetto attuale finché non si riescono a ridurre le altre fonti inquinanti, e per nulla intendo nemmeno aprire un’edicola, oppure si decide di modificare l’assetto produttivo aggiungendo il “nuovo” a cui la comunità è interessata, attenuando o eliminando contemporaneamente il contributo emissivo delle altre fonti. Ma questa è una decisione che spetta all’amministrazione, che della comunità è l’espressione».

Rabitti rimprovera all'Ats di essere andata oltre il suo compito, suggerendo delle compensazioni. Cosa risponde?

«La Vis che ci è stata chiesta non è quella che si pretende dal proponente all’interno del procedimento di Via. Parliamo di due cose diverse, il nostro studio non ha vincoli procedimentali, è una valutazione di sanità pubblica complessiva. Sia chiaro, noi non diciamo sì o no alla cartiera e all’inceneritore, la decisione spetta all’amministrazione. Data la condizione di partenza, noi sviluppiamo la nostra valutazione, indicando la direzione dei provvedimenti che si ritengono utili. L’applicazione spetta sempre ai decisori politici».

Se lei abitasse a Cittadella, si sentirebbe sereno?

«Io non sono residente, e le poche volte che sono costretto a venire in auto, impiego più tempo a percorrere il tratto da Cittadella a via dei Toscani, dove c’è la sede dell’Ats, che non la strada da Verona a Mantova. Ecco, io sarei più preoccupato di questo». 

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