Mantova, la denuncia: «Soldi del condominio spariti e ci pignorano lo stipendio»
Una coppia si è accorta della truffa e ha interrotto i versamenti. «L’ex amministratrice li ha messi sul suo libretto postale. E i morosi siamo noi»
Rossella CanadèMANTOVA. Si sono ritrovati lo stipendio pignorato: un taglio di un quinto fino a quando non sarà stato sanato il debito delle spese condominiali, per 6mila euro. «Peccato che abbiamo pagato per anni senza avere mai avuto un riscontro dei versamenti». E dalle casse del condominio mancano 3mila euro. «Ma avremmo dovuto continuare a farci derubare?» La coppia, che vive in una casa di Colle Aperto, ha sporto un’articolata denuncia per appropriazione indebita nei confronti dell’amministratrice condominiale, «ma il Pm non ha proceduto. Ci è stato risposto che la denuncia era tardiva perché i fatti risalgono a qualche anno fa. Ma noi ci siamo resi conto ora di essere stati truffati» raccontano.
Soldi che spariscono, conti correnti inesistenti trasformati in libretti postali, un’amministratrice con due codici fiscali diversi: sono tanti i punti perlomeno strani in questa storia, che sta gettando nello sconforto marito e moglie.
I due acquistano l’appartamento di via Calamandrei nel 2004, e si trovano come amministratore uno dei 5 vicini, «ci disse che c’era un conto corrente del condominio alla Cariplo, ma non ne abbiamo mai trovato traccia».
Nel 2011 questo trasloca e al suo posto arriva una donna bresciana, che si offre subito di fare l’amministratrice. Per due anni la signora predispone i rendiconti delle spese, ma senza esibire il dettaglio dei costi, «nonostante noi li chiedessimo sempre anche con raccomandate. Pagavamo in contanti le spese condominiali e lei ci rilasciava delle ricevute fiscali con l’importo pagato e la sua firma».
Nel 2013 la signora se ne va e subentra un nuovo amministratore. E la coppia torna alla carica, chiedendo la copia dei documenti fiscali del condominio. In banca, dove i due avevano cominciato a pagare le rate, però si rifiutavano di consegnare l’estratto conto del condominio, «Perché serviva il consenso dell’amministratore». Soltanto dopo un anno l’aministratore «ci consegnò la copia delle bollette della luce, del passo carraio e la copia di un libretto postale su cui erano andati a finire i versamenti». Un libretto postale invece del conto corrente di cui si parlava nei verbali delle assemblee, intanto. «La copia del libretto non portava i dati dell’intestatario e non c’erano nemmeno tutte le operazioni che ci aspettavamo. Secondo noi mancavano i versamenti del 2012 e del primo trimestre del 2013». Spariti 3mila euro.
Grazie alla collaborazione di un’impiegata delle Poste, scoprono quello che già sospettavano: il libretto era intestato all’ex amministratrice. Ma i nodi non finiscono qui.
La coppia continua a scavare per cercare di trovare un filo e scopre che la data di nascita della donna segnata sul libretto postale e quella registrata al catasto non corrispondono: ha due codici fiscali. «Ci chiediamo anche perché il secondo amministratore non ha sporto denuncia». Intanto in agosto scoprono il pignoramento sulla busta paga del marito. «Di cui non sapevamo nulla. Siamo andati alla guardia di finanza e dai carabinieri. Per ora nessuna risposta. È possibile che nessuno faccia delle verifiche bancarie?»-
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