MANTOVA. Le prime stime, diffuse da Ats, circa il danno sanitario che provocherebbe sulla popolazione dei quartieri vicini l’entrata in funzione di inceneritore e turbogas della cartiera Pro-Gest, approdano in parlamento. Succede in seguito alla preoccupata interrogazione che il deputato Cinque stelle Alberto Zolezzi ha presentato al ministro della salute.
«Nella mia interrogazione - spiega il parlamentare - chiedo sostanzialmente se il metodo seguito da Ats Val padana riguardo alla raccolta dei dati sia corretto o meno». Una richiesta che, indirettamente, evidenzia seri dubbi da parte di Zolezzi, medico pneumologo: «La stima, diffusa in attesa del documento completo - spiega - porta a 31 tonnellate di polveri emesse dalla cartiera su 650,71 emesse dalle varie fonti nel raggio di 5 chilometri dalla cartiera, il 4,7% del totale, dato in apparente difformità da quanto comunicato. Non risulta, inoltre, la valutazione di eventuali emissioni aggiuntive dell’inceneritore». Il deputato si sofferma sulla stima della mortalità, 0,26 casi all’anno su 89 decessi da micropolveri stimati nell’area «da sempre sulla base di una frazione del danno basata sulle emissioni, senza valutare effetti moltiplicativi o esponenziali in una popolazione già stressata da decenni di inquinamento». Tanto basta per lanciare, fuori interrogazione, una frecciata a Paolo Ricci, autore dello studio: «Mi chiedo se con 89 morti all’anno da lui stimati, forse non sia il caso di allargare il cimitero più che la cartiera».
Nell’interrogazione si sottolinea che i «decessi in Italia dovuti ai superamenti di polveri sottili e precursori, secondo l’Oms e l’Aea, sono oltre 84mila. Utilizzando il metodo proposto da Ats Val Padana si potrebbe stimare che il 5% di questi decessi, 4.200, sia ascrivibile alla filiera dei rifiuti. Senza citare diossine o altre sostanze cancerogene o interferenti endocrine». Secondo Ecba project, nel 2012 le emissioni in atmosfera costano all’Italia 48 miliardi di euro: «Spese - dice Zolezzi - che si potrebbero evitare semplicemente stimolando il recupero di materia, grazie al quale si creerebbero 296 posti di lavoro ogni 10mila tonnellate di rifiuti recuperati, contro uno nel caso i rifiuti vengano bruciati».
Insomma, ce n’è abbastanza, per il deputato, per «promuovere approfondimenti sui metodi con cui è stata eseguita la Vis del complesso Pro-Gest Mantova (cartiera, turbogas, inceneritore) e sui risultati ottenuti in un contesto già penalizzato». Tutto questo perché, aggiunge sempre fuori interrogazione, «con la salute delle persone non si gioca e non la si baratta con l’installazione di due colonnine di ricarica o con la rottamazione degli impianti di riscaldamento civili».