MANTOVA. Stangata ai quattro finanzieri accusati di corruzione che, all’epoca dei fatti, erano in servizio alla sezione operativa del nucleo di polizia tributaria di Mantova. Secondo l’accusa, i militari delle Fiamme Gialle andavano alle terme di Sirmione in orario di lavoro e con le auto di servizio, trafficavano con i titolari di maglifici cinesi in cambio di denaro e rivelavano informazioni che avrebbero dovuto restare segrete.
L’ex luogotenente Carlo Benvenuti, che rivestiva la posizione più complessa con 46 capi di imputazione è stato condannato in abbreviato dal giudice Matteo Grimaldi a 5 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione. Lo stesso giudice si è però dichiarato incompetente per il 615 ter, vale a dire l’accesso abusivo al sistema informatico, che sarà giudicato a Brescia. Per Benvenuti il pubblico ministero Giulio Tamburini aveva chiesto 8 anni di reclusione. Quattro anni e venti giorni per il vice brigadiere Pietro D’Amato con la confisca di 5mila euro per il risarcimento del danno. Due anni, sei mesi e venti giorni per l’appuntato Mauro Raso; due anni e 8 mesi, con l’interdizione per l’intera durata della pena dai pubblici uffici, per il maresciallo Massimo Senatore. E ancora un anno al consulente Marco Molinari, pena sospesa.
Hanno invece patteggiato un anno e quattro mesi Chen Oing e un anno e sei mesi Zhimei Zhou, entrambi di Roncoferraro.
L’indagine era nata dall’inchiesta Belfanti e si è ampliata grazie a un intenso lavoro di intercettazioni ambientali e telefoniche. Uno degli episodi di corruzione contestati dalla procura era avvenuto a Medole dove due finanzieri avevano trovato intenti alle macchine tessili undici lavoratori irregolari. Non ne avevano fatto parola, secondo l’accusa, dopo aver ricevuto mille euro a testa.