Mantova, la crisi non si ferma: sempre più persone assistite
L’anno scorso in 943 (206 stranieri) hanno ricevuto il sostegno dei servizi sociali. Baschieri: l’assistenza non basta, il centro sinistra faccia progetti per il lavoro
Sandro MortariMANTOVA. La crisi morde ancora e sempre più persone si rivolgono ai servizi sociali del Comune di Mantova per ricevere assistenza economica. Nel 2018, ultimo dato disponibile, 943 persone (870 famiglie), hanno ricevuto una qualche forma di sostentamento pubblico, chi un contributo per l’affitto che non riusciva più a pagare, chi una borsa lavoro e chi un assegno per tirare avanti, conciliare il pranzo con la cena, pagare le bollette e le rette scolastiche ai propri figli o sostenere le spese di una visita medica specialistica.
Dal 2015 il numero degli assistiti che rientrano nel circuito di sostegno messo in piedi dal Comune è aumentato in maniera quasi costante. Nel 2015 le persone assistite erano 586; l’anno dopo sono salite a 595 per poi scendere a 555 nel 2017.
«Bisogna anche sfatare il mito che siano solo gli stranieri a chiedere un sostegno economico e sociale» afferma il capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Baschieri, che con un accesso agli atti ha ottenuto dall’assessorato ai servizi sociali interessanti dati sul disagio a Mantova. «L’anno scorso - dice - gli stranieri assistiti erano 206, suddivisi in 187 nuclei familiari. Nel 2015 erano 243, l’anno dopo 213, nel 2017 196».
Altro dato interessante riguarda il tipo di assistenza fornita dal Comune. L’anno scorso 341 residenti di nazionalità italiana e 148 stranieri beneficiavano del contributo economico assistenziale; 47 italiani e 34 stranieri avevano una borsa lavoro. Il servizio di assistenza domiciliare è stato fornito a 183 italiani e a 22 stranieri, mentre i servizi residenziali a 130 italiani e 16 stranieri (quelli semiresidenziali a 84 italiani e 12 stranieri). La misura regionale per la non autosufficienza è stata erogata a 55 italiani e a 4 stranieri.
Tra i dati raccolti da Baschieri non figura l’ammontare dei contributi erogati; c’è, però, quello relativo alla casa. Ebbene, l’anno scorso per la morosità incolpevole i fondi statali, 105.808 euro, sono stati distribuiti tra 4 italiani e 12 stranieri; i contributi di solidarietà (fondi regionali, 60.685 euro) sono andati a 44 famiglie italiane e a 14 straniere. I contributi “scialuppa” per limitare gli sfratti (50mila euro) sono stati distribuiti tra 24 nuclei familiari italiani e 8 stranieri, mentre le assegnazioni di alloggi di proprietà comunale sono state 11, di cui 8 a inquilini italiani e 3 a stranieri. I contributi regionali per l’emergenza abitativa (39.058 euro) sono stati suddivisi tr a 8 italiani e 14 stranieri, altri 3mila euro tra 2 italiani.
«Anche se il sindaco Palazzi e l’assessore Caprini hanno messo in piedi qualche progetto lodevole per i giovani nulla abbiamo visto ancora di quello promesso per gli over 50 che hanno perso il lavoro - sottolinea Baschieri - Per uscire dall’indigenza non basta l’assistenza, serve che il Comune si metta in rete con la Provincia e costruisca progetti per la formazione e l’orientamento al lavoro dei più deboli. Servono progetti più lungimiranti che il centro sinistra non ha ancora attuato».
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