L’appello di una disabile di Viadana: «La mia casa è un inferno»
La protesta di una donna per l'appartamento che le ha assegnato il Comune:il vicesindaco venga a vedere la mia situazione
Riccardo Negri
VIADANA. «Vivo in un alloggio non idoneo: un calvario da dodici anni». A protestare è Nadia Padova, una cittadina con disabilità. «Da tempo - ricorda Padova - segnalavo una fuoriuscita anomala di schiuma dagli scarichi dell’appartamento assegnatomi dal Comune. Di recente sono stati fatti lavori, ma il problema rimane: la fognatura della strada è più alta di quella dell’appartamento, e tutto finisce a casa mia».
L’ente dovrebbe spenderci altri soldi. Ma, secondo Padova, anche i lavori realizzati di recente non sono ottimali: «È stato messo un piatto doccia con gradino di sei centimetri, per cui devo entrare coi sandali. Il maniglione è fuori della doccia, con la conseguenza che l’acqua arriva sino in cucina. Manca il bidet, necessario per i miei problemi. Dovrei utilizzare delle bacinelle, ma come posso movimentarle con una mano sola?».
La donna avrebbe bisogno pure di un garage per riparare la motocarrozzina: «Oggi la devo tenere in sala, e non c’è più spazio per muoversi». L’appello: «Chiedo al vicesindaco Cavallari di venirmi a trovare e vedere la mia situazione. Io qui non posso stare: sto male anche moralmente oltre che fisicamente. Non voglio un aiuto economico: chiedo al Comune di aiutarmi a cercare una sistemazione e nell’iter burocratico per l’accensione di un mutuo, visto che le banche non vedono di buon occhio i clienti disabili.
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