MANTOVA. Cambia nuovamente la geografia politica del Mantovano con il pendolo che torna verso destra. Dopo che cinque anni fa la nettissima vittoria di Matteo Renzi alle Europee aveva trascinato anche localmente il Partito democratico facendogli riguadagnare una ventina di sindaci, ora questo turno favorevole alla Lega sposta l’asse delle Amministrative verso il partito di un altro Matteo, Salvini, che si aggiudica piazze importanti. Il simbolo di questo spostamento politico è chiaramente la “roccaforte rossa” di Pegognaga che dopo 74 anni vede il Pd all’opposizione. Ma se la prospettiva si allarga, ne esce una foto dai colori meno foschi per i progressisti mantovani. In sostanza il centrodestra avanza, ma la tenuta dei grandi centri e la riconferma di molti sindaci esperti limita i danni in casa Pd.
Se la situazione a grandi linee è questa, una premessa è d’obbligo. Il voto per i sindaci e i consiglieri comunali è fortemente influenzato, soprattutto nei piccoli Comuni dalla conoscenza personale dei candidati che in parte slegano il voto da quello politico. Tant’è che la stragrande maggioranza delle liste è civica e solo in meno di 20 casi su 103 compare un simbolo di partito a connotare chiaramente l’ascendenza.
LEGA SODDISFATTA
Sicuramente soddisfatto dei risultati è il segretario provinciale della Lega Salvini, Antonio Carra. «Abbiamo guadagnato posizioni anche importanti – analizza – Abbiamo sette nostri sindaci e in altri due Comuni, Asola e Bagnolo, che abbiamo strappato al centrosinistra, hanno vinto liste con il nostro simbolo. In altri cinque municipi siamo in maggioranza in civiche di area. Inoltre a Porto abbiamo conquistato un ballottaggio e ce la giocheremo fra due settimane con il centrosinistra. Sappiamo che dovremo serrare le fila per evitare l’astensione interna. E convincere gli indecisi e chi si è fermato al primo turno ad appoggiare il nostro programma. E troveremo il modo di dare spazio a chi ci darà una mano e sarà al fianco della nostra candidata».
BATTAGLIA PER VIADANA
Se dove la Lega si è presentata con simboli o candidati riconoscibili ha vinto in 14 casi su 26, ora la riflessione si sposta già sulle prossime sfide elettorali. Il prossimo anno, oltre al capoluogo voteranno Viadana, Curtatone, Monzambano e Castel d’Ario. «Il caso di Sabbioneta, dove un nostro ex iscritto legato all’area di Gianni Fava ha rifiutato le nostre proposte, si è presentato e ha vinto contro la nostra lista ci sprona da subito a prendere in mano la questione Oglio Po. Per risanare la situazione e chiarire che chi dall’interno ci rema contro, è fuori dal partito».
IL PD ARRETRA
Se da subito il centrodestra che muove sullo scacchiere delle prossime elezioni è a trazione leghista, dall’altro lato del tavolo il centrosinistra vede ancora come soggetto politico strategico il Partito democratico. Dato per morto, mostra invece vitalità. Al punto da allargare il consenso in alcuni Comuni della Bassa e mantenere la posizione nei Comuni più importanti, pur cedendo piazzeforti come Asola, Bagnolo, Sabbioneta. «È innegabile che il centrodestra abbia di fatto vinto in una ventina di Comuni – commenta il segretario provinciale dei dem Marco Macheseli – mentre noi ci fermiamo a una quindicina. Abbiamo però vinto i Comuni più popolosi: Suzzara, San Giorgio Bigarello, Ostiglia, Gonzaga, Marmirolo, Sermide e Felonica confermando che la buona amministrazione dei nostri sindaci paga. Anche al di là degli schieramenti politici. Mi spingo oltre. Quando ci presentiamo con la nostra faccia e i nostri candidati, la gente ci dà fiducia. In questa tornata abbiamo presentato i nostri simboli solo a Porto e Suzzara e a Marmolo. In tutti siamo passati e da qui si deve ripartire per le amministrative del prossimo anno».
«TORNARE FRA LA GENTE»
Gi occhi sono già puntati su Viadana, ma anche Curtatone, oltre che naturalmente sul capoluogo. «Noi dobbiamo tornare a fare il Pd – conclude Marcheselli – cioè stare in mezzo alla gente, sentire i problemi, risolverli. Essere al servizio della comunità. Rivendicando e non nascondendo la propria appartenenza. Ma riagganciando i rapporti con il mondo dell’associazionismo, dialogando con il mondo cattolico da un lato e quello sindacale dall’altro. Solo così ritorneremo ad essere il riferimento del mondo progressista».