Trova un portafoglio con 500 euro Lo restituisce e rifiuta la mancia
Una donna lo aveva appoggiato sul tetto dell’auto a Castiglione Un 40enne marocchino la rintraccia attraverso i documenti
R.C.
LA STORIA
Un gesto generoso, dettato da civiltà, bontà e dignità. Un gesto che butta giù con una spallata e un sorriso quintali di pregiudizi e di frasi fatte. Che ridicolizza gli slogan fracassoni di questi tempi bui.
La notizia è presto cotta: un uomo di 40 anni ha trovato in strada un portafoglio con documenti e 500 euro in contanti volato via dal tetto di un’auto dove la conducente l’aveva appoggiato distrattamente. E gliel’ha riportato. La notizia vera, che fa riflettere, è che l’uomo, 40 anni, è marocchino, abita nel quartiere “a rischio sicurezza” dei Cinque Continenti di Castiglione, tira la cinghia con lavoretti per mettere a tavola tutti i giorni la moglie e la bambina di 16 mesi. Ha cercato la proprietaria, è andato a casa sua fino a Volta Mantovana, le ha riconsegnato il portafoglio e non ha voluto nemmeno la mancia. Ha fatto il suo dovere. È la donna stessa, Regina Babic, a volerlo raccontare, «perché la gente deve capire, deve pensare, smetterla di etichettare gli altri».
Martedì si era fermata al distributore Eni di via Mazzini, a Castiglione, per fare benzina, «e ho dimenticato il portafoglio sul tetto dell’auto. Ero di fretta, e me ne sono accorta soltanto dopo un’ora dopo. Ero disperata, perché dentro c’erano 500 euro con cui dovevo pagare l’asilo di mio figlio».
La donna torna indietro, «ma ovviamente non l’ho trovato», va dai carabinieri a sporgere denuncia, ma con poca convinzione, «di ritrovare i soldi non avevo alcuna speranza». E invece. Mercoledì rientrando a casa trova un biglietto nella cassetta della posta con un numero di cellulare e l’invito a chiamarlo perché ha il suo portafoglio. «È venuto a casa mia con la moglie e la loro bambina e mi ha restituito il portafoglio, con dentro tutto. Documenti e soldi. Tutto. Non ci potevo credere». La donna, dopo essersi profusa in ringraziamenti, offre a Munir, questo il nome dell’uomo, una ricompensa, «ma non ne ha voluto proprio sapere. L’ha trovato e me l’ha restituito. Come se fosse la cosa più normale del mondo. Per tanta gente non lo è più». —
R.C.
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